La concentrazione di arsenico nell’acqua deve rimanere entro i 20 milligrammi per litro, altro che i 50 chiesti dall’Italia. La Ue ha detto no alla deroga di questo limite e l’Italia viene colta di sorpresa. Ora il nostro Paese deve adeguarsi e in fretta: i limiti più restrittivi importi da Bruxelles riguardano 128 Comuni da Nord a Sud, con una particolare concentrazione del Lazio, dove il limite sarebbe ampiamente superato.
La Ue raccomanda ora di non superare i 20 milligrammi, ma la decisione arriva inaspettata: “perché si prevedeva che non ci fosse alcun parere negativo da parte della Comunità europea”, ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio.
Ora il ministro ha annunciato un piano con le Regioni per correre ai ripari. Intanto si vuole ridimensionare l’allarme: l’arsenico è infatti un veleno e se assunto a certe concentrazioni può provocare malattie mortali come il cancro. “Nessuna emergenza legata all’acqua di rubinetto. La situazione è sotto controllo e non ci sono rischi per la salute”, spiega Massimo Ottaviani, esperto del dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di sanità.
“I Comuni che hanno concentrazioni superiori ai 20 microgrammi dovranno rientrare nella norma secondo i piani presentati al momento di chiedere la deroga. Questo risultato si può raggiungere con interventi tecnologici, attraverso la miscelazione di altre acque o con trattamenti specifici. L’arsenico per fortuna è facilmente eliminabile”. Ora cosa dovrebbero fare i 128 Comuni che si devono adeguare? “Dovrebbero vietare l’uso alimentare di acqua di rubinetto. Avvertire i cittadini di non berla. Chiariamo subito però che si tratta di una precauzione. Perché il consumo di acqua con concentrazione di arsenico superiori ai limiti previsti, se riguarda periodi limitati, non è pericoloso. Non c’è rischio per la salute”.