Brian Thomas, l’uomo di 59 anni che ha strangolato la moglie nel sonno è stato assolto. Per il tribunale è sonnambulo, quindi malato, e non può essere ritenuto responsabile delle sue azioni.
Thomas si trovava in vacanza con la moglie, in camper. Durante la notte, ha raccontato ai giudici, ha sognato che erano entrati i ladri e di aver avuto con loro una colluttazione violenta. Un incubo. Niente, però, al confronto del risveglio: a fianco a lui c’era sua moglie Christine, 57 anni, morta strangolata. I due erano sposati da 39 anni, una vita insieme.
I giudici in un primo momento avevano stabilito che non era sano di mente e che andava ricoverato in un ospedale psichiatrico. Poi è arrivata l’assoluzione, una scelta che crea più di qualche mal di pancia nella comunità medica.
Secondo Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano, non punire Thomas è una scelta «assurda e grave. Avrei concesso tutte le attenuanti, ma mai l’impunità. Il sonnambulismo negli adulti è sempre collegato a psicopatologie note. Sono in cura e possono essere controllati».
Un’ipotesi è che Christine abbia svegliato il marito. Cosa pericolosa perchè è scientificamente documentato che i sonnambuli possono reagire con aggressività: ««Possibile — dice Mencacci —, ma non sufficiente ad assolverlo. Io la penso così».