Cronaca Europa

Attentato Berlino: Amri Anis, da Lampedusa al tir sulle bancarelle: gli anni del tunisino in Italia

Attentato Berlino: Amri Anis, da Lampedusa al tir sulle bancarelle: gli anni del tunisino in Italia

BERLINO – Da Lampedusa fino alla strage di Berlino. Ci ha messo più di 6 anni Amri Anis per salire su quel maledetto tir, prenderne il controllo e schiantarsi sui mercatini di Natale a Berlino uccidendo 12 persone. Ora il tunisino è l’uomo più ricercato d’Europa, su di lui anche una taglia da 100mila dollari, ma Amri per 5 anni è stato in Italia, sbarcato a Lampedusa. All’arrivo si spaccia per minore, poi frequenta una scuola. Nel 2011 tenta di dargli fuoco e finisce in carcere a Catania. Qui la polizia ha fatto la sua conoscenza. In quell’occasione Amri dichiara di essere minorenne. Non sarebbe vero (è nato nel 1992), ma è una furbata perché la legge italiana è molto comprensiva con i minori non accompagnati.

Il carcere. Il giovane Amri viene quindi sistemato in una casa-famiglia dalle parti di Catania e lì è iscritto a scuola. Ma dura poco. Dice la sua scheda giudiziaria che il giovane è colpevole di appropriazione indebita, minacce, lesioni. Instaura in classe un clima di terrore. Condannato a quattro anni, li sconta tutti, dapprima nel carcere di Catania poi a Palermo. Esce dal carcere soltanto nel maggio del 2015.

L’espulsione. Scontata la pena entra direttamente nel Cie di Caltanissetta. Si chiede quindi l’espulsione dall’Italia. Il problema è che il Paese d’origine non coopera. E così, mancando il riconoscimento ufficiale, l’espulsione non si perfeziona. Per Anis Amri allora è l’occasione per andarsene dall’Italia, in Germania.

Il finto passaporto. Amri è sul suolo tedesco già nel luglio 2015. Lì fa domanda di asilo politico: sa che la bocceranno, ma è un’altra furbata per prendere tempo. Ad agosto lo fermano a Friedrichshafen, località sul lago di Costanza, vicino alla Svizzera, e mostra un falso passaporto italiano. Utilizza numerosi alias, il che gli permette di confondere le acque e di salvarsi nuovamente dall’espulsione due mesi fa. I servizi segreti lo segnalano; la polizia di Berlino lo tiene sotto controllo da marzo a settembre. Poi come va a finire purtroppo lo sappiamo già.

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Attentato Berlino, blitz delle teste di cuoio in un centro per rifugiati

 

 

Published by
Alessandro Avico