
ROMA – L’ultimo pasto del camionista Lukasz Urban prima di venire sequestrato, ferito a coltellate e infine ucciso a colpi di pistola dal terrorista tunisino che ha ammazzato 12 persone a Berlino nell’attentato al mercatino di Natale di lunedì sera, è stato un kebab mangiato nei pressi di Friedrich-Krause-Ufer. Lo scrive il Guardian.
Negli anni il kebab è diventato un simbolo di integrazione anche culturale a Berlino, quella stessa integrazione che il jihadista Amri Anis ha rifiutato, scagliando il camion guidato dal 37enne polacco contro il mercatino di Charlottenburg. Urban ha provato a fermarlo con tutte le sue forze. Non ci è riuscito, e sembra un’altra, tragica metafora della corsa a cui sembra destinato il nostro continente.