
BERLINO – Anis Amri, il tunisino autore della strage di Berlino, ricercato dalle autorità tedesche, è stato 4 anni in carcere in Italia e dopo aver scontato la pena ha ricevuto un provvedimento di espulsione dal nostro paese. Provvedimento che, però, non è andato a buon fine perché le autorità tunisine non hanno effettuato la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge. L’uomo ha quindi successivamente lasciato l’Italia per la Germania.
Il tunisino inoltre “era stato rinchiuso per due giorni nel carcere di Ravensburg” dopo che “il 30 luglio 2016era stato fermato a Friedrichshafen per un controllo”. Lo riporta lo Spiegel online sottolineando che “due giorni dopo era stato però rilasciato”. “Era arrivato in Italia nel 2012” Anis A. (Amir secondo alcune fonti), oggi ricercato dalla polizia perché sospettato di essere alla guida del tir dell’attentato a Berlino. Lo riporta il sito della Sueddeutsche Zeitung citando fonti delle autorità. Nel luglio 2015 Anis A. aveva poi raggiunto la Germania e dall’aprile 2016 risulta “tollerato”, aggiunge il quotidiano.
Anis A. era stato poi “fermato dalla polizia nello scorso agosto con un falso documento d’identità italiano a Friedrichshafen”, località sul lago di Costanza, al confine con la Svizzera, ha proseguito la Sueddeutsche. In quel momento risultava registrato in un centro per richiedenti asilo a Emmerich sul Reno, nell’area di Kleve, al confine con l’Olanda, ma poi il domicilio era stato cancellato dalle autorità locali. “Anis A. doveva essere noto alla polizia”, aggiunge il quotidiano di Monaco. Secondo quanto riferito da N24, il giovane avrebbe utilizzato “almeno 12 nomi falsi” tra cui anche “un nome egiziano”.
Il tunisino, di 21 anni, è nato nel 1992 a Tataouine. Spiegel precisa come “sotto il sedile del guidatore” del Tir “gli inquirenti hanno trovato un documento di espulsione” emesso per “un un cittadino tunisino di nome Anis A., nato nel 1992 nella città di Tataouine”. Il sospetto comunque “sarebbe noto anche con due altri nomi”.
La tv tedesca N24 ritiene che “sia possibile un’azione della polizia” in Nordreno-Vestfalia, nell’ ovest della Germania, “per catturare la persona ricercata, cioè il tunisino”. Secondo quanto riportato da N24, “il giovane avrebbe vissuto in un centro accoglienza profughi di Kleve”, cittadina di 50mila abitanti del Nordreno-Vestfalia al confine con l’Olanda e distante oltre 600 chilometri da Berlino.
Secondo la Sueddeutsche Zeitung, Anis A., il tunisino ricercato per l’attentato a Berlino, “aveva ottenuto asilo in Germania nell’aprile 2016 e viveva tra il Nordreno-Vestfalia e Berlino”. Il giovane, classificato come “pericoloso” dalla polizia, avrebbe avuto “contatti con la rete del salafita dell’iracheno Abu Walaa”, capo di una cellula di reclutatori per l’Isis e arrestato lo scorso 8 novembre. Secondo quanto riportato da vari media, tra cui il sito di Ard, nella cabina del tir della strage a Berlino è stato trovato il documento che certifica lo stato di “tollerato” di Anis A. con i suoi dati personali. Si tratta di una sospensione temporanea dell’espulsione che prevede alcune misure restrittive, come una limitazione dei movimenti all’interno del paese e impossibilità di trovare lavoro. Nel dicembre 2015 erano 155.103 stranieri a vivere con lo status di “tollerato”, secondo l’Ufficio federale di statistica.