È stata ritrovata la scritta «Arbeit macht frei» («Il lavoro rende liberi»), il simbolo dell’Olocausto che campeggiava all’ingresso di Auschwitz e il cui furto, avvenuto venerdì 18 dicembre, ha sollevato un’ondata di indignazione nel mondo intero. Lo ha reso noto la polizia polacca, precisando che i presunti ladri, cinque uomini, sono stati arrestati nel nord della Polonia.
Il portavoce della polizia di Cracovia (Polonia meridionale), Dariusz Nowak, ha detto alla France Presse che i cinque hanno età comprese fra i 20 e i 39 anni e sono stati arrestati nel nord del Paese. L’ex lager nazista di Auschwitz-Birkenau si trova nel sud.
L’emittente ha precisato che la scritta in metallo ‘Arbeit macht frei’ (Il lavoro rende liberi) che campeggiava all’ingresso dell’ex campo di concentramento è stato spaccato in tre pezzi dopo il furto.
Il furto della scritta potrebbe essere stato compiuto su richiesta di un collezionista. Lo sostiene l’emittente polacca Rmf Fm, secondo la quale la scritta potrebbe essere stata ‘ordinatà attraverso internet. Secondo la stessa fonte i cinque ladri, arrestati dalla polizia, non hanno nulla a che fare con i neonazisti ma piuttosto si sono mossi con la speranza di vendere bene il bottino al collezionista.
Poichè si è presentato il problema di nascondere l’insegna originale, i ladri l’hanno divisa in tre parti. La scritta e già nelle mani della polizia e viene sottoposta ad analisi. I cinque rischiano una pena fino a dieci anni di prigione che viene secondo il codice penale inflitta per i furti di oggetti considerati patrimonio culturale.