Cronaca Europa

Il club del sesso che non trova dipendenti: “Stipendi fino a 3mila euro ma le mogli e le fidanzate non vogliono”

C’è un club del sesso in Austria che non riesce a trovare dipendenti. Non riesce a trovare dipendenti perché, tra le altre cose, si deve scontrare anche con la gelosia delle fidanzate e delle mogli dei possibili assunti.

A spiegare il tutto è il titolare del club, Cristiano Fabbris, originario di San Donà di Piave.

“Dopo le chiusure dovute all’emergenza sanitaria e una ristrutturazione complessiva dell’ambiente – spiega Fabris al Gazzettino – siamo pronti a riaprire l’Andiamo il 28 maggio. Siamo alla ricerca di 15 persone tra addetti alla reception, baristi e cuochi. I dipendenti assunti per l’apertura sono già 15, ma ci servirebbero dalle 5 alle 7 in più persone per avviare bene le stagione, gli altri verrebbero assunti prima di luglio”.

Le parole del titolare

“Siamo in regola con tutto – precisa Fabris – il compenso naturalmente varia in base alle competenze. Si percepiscono 14 mensilità, partendo da 1.500 euro al mese netti. Lo stipendio di un addetto all’ingresso va dai 1.500 ai 1.700 euro, si occupa di dare informazioni telefoniche quando chiamano i clienti, e dell’accoglienza degli stessi, spiegare come funzione l’ingresso giornaliero, fornire l’accappatoio, le ciabatte, l’asciugamano, il braccialetto, incassare il costo delle consumazioni extra. Serve conoscere l’italiano, l’inglese e il tedesco. Per un barista si va dai 1.500 ai 1.600 euro in base all’esperienza e c’è anche un premio-produzione in funzione delle consumazioni e le capacità professionali, per cui con la provvigione si può arrivare a 2.200 o 2.300 in modo abbastanza costante. Un cuoco guadagna in media dai 2.000 ai 2.400 euro, per il capo-cucina si arriva a 3.000. Si lavora di più chiaramente venerdì, sabato e domenica. Si tratta di contratti da 40-42 ore settimanali, due giorni liberi alla settimana e un mese di ferie l’anno. Per un dipendente è un mezzo paradiso”.

Ma c’è un problema. La mancanza di personale

“Non si trovano dipendenti perché, tra le conseguenze della pandemia, la maggior parte dei cuochi o chi lavorava in cucina nel frattempo ha cambiato lavoro. Tanti giovani non hanno voglia di lavorare, qualcuno non vuole trasferirsi. Ma ancora c’è chi ha famiglia, per cui la moglie non è d’accordo che si impegni in questo settore. Le donne, inoltre, non accettano di buon grado di lavorare in questo ambiente. Anche nei locali “normali” si fa fatica a trovare dipendenti, figurarsi in un posto come questo, dove sembra che ci sia il demonio mentre offriamo un lavoro più che dignitoso”.

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Gianluca Pace