Dalla Ucraina sorpresa pasquale: il vescovo di Leopoli è venuto a trovare i vecchi amici (filantropi) di Guastalla, profonda Emilia, terra di lingue schiette e generose.
La Bassa di Zavattini e Giovannino Guareschi, di Pepppne e don Camillo. E mons. Mieczyslaw Mokrzycki (arcivescovo polacco, dal 2008 metropolita di Leopoli, primate di Ucraina) non si è risparmiato. Ha dato la sua versione dei fatti. Toni morbidi, contenuti ruvidi. Nella storica basilica, addirittura sede di un Concilio nel 1106 (cento vescovi scortati da Matilde di Canossa),ha “rapito” l’uditorio – attentissimo, eterogeneo, folto – con passaggi espliciti, chiari. In un italiano fluido grazie su suoi cinque anni a Roma (Università).Ecco i principali.
E ha ricordato il Vangelo di San Matteo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini o fichi dai rovi?”
Il dubbio suona retorico. “Gli ultimi avvertimenti hanno svelato il vero volto dell’aggressore che si ritiene una nazione cristiana. Ma è veramente così? Forse è vero il contrario. Cioè con le proprie azioni ha cancellato il Vangelo e ha abbandonato i comandamenti di amare Dio e amare il prossimo “.
Il vescovo ha ricordato “le difficili circostanze, i cumuli di macerie, di rovine, di immenso odio , dolore, disperazione”. Ma ha anche ribadito, con vigore, che “la morte verrà definitivamente sconfitta perché vive la speranza e non muore l’amore. L’Ucraina ferita vive. Regna l’amore,non la rabbia ; la vita, non la morte “.
Mons. Mokrzycki ha sottolineato “la sofferenza dei bambini, madri e padri ma anche il coraggio di tutti coloro che difendono in modo così valoroso la propria Patria “.
“Non ho mai pensato che mi sarebbe toccato vivere i tempi in cui il delitto di Caino non è più una descrizione biiblica ma una vera e crudele realtà presente tra noi , uomini di oggi”.
“La morte si è confrontata con la vita in un sanguinoso duello che vediamo per esempio nelle città di Mariupol e di Irpin, di Charkiv e di BUCHA, oppure negli ospedali, scuole o intere città e villaggi bombardati. Nonostante tutto questo vale la pena gridare: la morte perderà “.
Il vescovo di Leopoli ha concluso citando Johann Michael Sailer, vescovo di Ratisbona (Germania ), dal 1829 al 1832. Un teologo insigne, autore della famosa “Bibbia dei malati: la parola che salva”, edito in Italia dalle Paoline. Eccola :”La gente scrive sulla carta, Dio nei cuori. La gente scrive con l’inchiostro,Dio scrive con la grazia dello Spirito Santo; la gente scrive usando le lettere, Dio scrive usando l’Amore”. Applausi da Scala di Milano.