BELGRADO, 30 AGO – A 16 anni dalla fine dei conflitti armati nella ex Jugoslavia, 13.714 persone risultano ancora disperse. Come ha detto oggi il capo dell'Ufficio regionale del Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc), Dragana Kojic -in occasione della Giornata internazionale delle persone disperse – sul numero totale dei dispersi, 9.548 si riferiscono alla guerra in Bosnia-Erzegovina (1992-1995), 2.355 a quella in Croazia (1991-1995) e 1.811 al conflitto armato in Kosovo (1998-1999).
Secondo i dati in possesso della Croce Rossa, ha precisato Kojic, nell'ultimo anno nei Balcani occidentali e' stata fatta luce sulla sorte di sole 970 persone date per disperse. ''In questo campo si va molto a rilento, e per questo la croce Rossa fa appello alle autorita' regionali affiche' venga data priorita' a questo importante problema umanitario'', ha detto Kojic. Tutti i paesi, ha sottolineato, hanno il dovere di soddisfare le richieste dei familiari dei dispersi, fornendo loro risposte sulla sorte dei loro cari. A questo scopo, le autorita' devono accelerare i processi di riesumazione e identificazione dei cadaveri dalle tante fosse ancora sparse sul territorio della ex Jugoslavia. ''Le famiglie delle persone disperse sono state troppo a lungo nel dolore, e a loro vanno date risposte il piu' rapidamente possibile'', ha concluso Gordana Kojic, che e' responsabile del Comitato internazionale della Croce Rossa per Serbia, Montenegro, Macedonia e Albania.
A Belgrado intanto, il coordinamento regionale delle associazioni delle famiglie delle persone disperse nella ex Jugoslavia ha chiesto all'Unione europea di non accettare l'adesione di alcun paese della regione fino a quando esso non avra' risolto definitivamente i problemi legati ai dispersi sul proprio territorio. La richiesta e' contenuta in una lettera aperta indirizzata ai vertici della Ue a Bruxelles, letta nel corso di una manifestazione svoltasi nel centro della capitale serba.
