ROMA – Investire 15 mila euro in obbligazioni di una banca straniera e ritrovarsi con 15 centesimi sul conto. E’ successo veramente, succede di continuo, non è un caso isolato. Circa duecento famiglie italiane si trovano in questa situazione, avendo sottoscritto bond emessi dalla Bank of Ireland. I15 mila euro li aveva investiti un risparmiatore veneto. E’ andata peggio a tre facoltosi investitori romani, che al ritorno delle vacanze, hanno visto il milione investito restringersi di 5 zeri: il gruzzolo ammonta ora a 10 euro.
L’istituto di credito irlandese, durante l’estate, ha ristrutturato il suo debito obbligazionario. E’ una banca dal profilo altamente speculativo: chi ci va (ci andava) spera di guadagnare interessi molto elevati, il rischio deve esser messo in conto. Dal 2008, poi, è la terza volta che ricorre alla ristrutturazione dei suoi 18 prestiti obbligazionari subordinati. In cosa consiste questa ristrutturazione? Approfittando dell’aiuto dello Stato irlandese con la benedizione della Commissione europea, ogni mille euro investiti in obbligazioni emesse da Bank of Ireland sono stati trasformati in un centesimo di euro. L’accordo con i risparmiatori era che, incassando una perdita, potevano scambiare i vecchi titoli con nuovi bond garantiti dallo Stato irlandese. Chi non decideva di aderire a questo trattamento (swap) avrebbe fatto la fine degli investitori italiani.
Logico che tutti saprebbero cosa scegliere di fronte a un’alternativa del genere. A patto di esserne informati. E qui inizia il giallo, o forse la truffa. L’8 luglio si concluse lo scambio concordato con lo Stato: già allora molti non lo avevano sottoscritto. A metà agosto Bank of Ireland ha rimborsato i bond rimasti. Degli italiani nessuno ha saputo nulla, non un avviso, non una comunicazione. Nemmeno dalle banche italiane, tranne poche eccezioni, è arrivato uno straccio di comunicazione. Dalla piccola inchiesta condotta dal Sole 24 Ore emerge che Bank of Ireland ha effettivamente giocato un po’ sporco, non avendo sin dall’inizio la reale intenzione di fornire un’informazione corretta e capillare. Le banche italiane si sarebbero poi comportare in maniera pilatesca. Ciò che sorprende amaramente è che queste omissioni non sono fuori dalla Legge: al massimo si tratta di un comportamento un po’ borderline, che sfrutta limiti e buchi della legislazione vigente.
Bank of Ireland non ha chiesto alla Consob l’autorizzazione per pubblicare un prospetto in Italia. Attraverso Clairstream (una delle maggiori casse di compensazione europee) ha avvertito gli intermediari degli obbligazionisti, lavandosi la coscienza e mettendosi a posto con i regolamenti. Le banche italiane, da parte loro, non erano tenute per legge ad informare essendo l’offerta contenuta nel prospetto fantasma, destinata a chi possedesse più di 50 mila euro in bond. La Consob non ha competenza sui titoli emessi oltre confine. Morale: gli sfortunati hanno perso tutto, come contribuenti europei contribuiscono al salvataggio della banca dove hanno perso tutto e al massimo possono ora affidarsi alle associazioni dei consumatori. Seconda morale: verificare sempre che il contratto sottoscritto per il deposito amministrato preveda l’obbligo di informativa degli emittenti esteri. E scegliere prodotti finanziari semplici.
