LONDRA, 5 GIU – Cibo e bevande sono in Gran Bretagna a rischio attacco terroristico ed e’ quindi il caso di aumentare i controlli per scongiurare l’ipotesi di un avvelenamento doloso delle scorte alimentari.
A suonare il campanello d’allarme, sull’onda lunga della crisi ‘batterio killer’ esplosa in Germania, e’ il Centre for the Protection of National Infrustructure (CPNI), agenzia paragovernativa che opera sotto l’ombrello dei servizi di sicurezza. Gli esperti del CPNI, riporta oggi il Sunday Telegraph, hanno infatti messo in guardia che la diffusione del virus E.Coli ha evidenziato la vulnerabilita’ della catena distributiva e l’enorme rapidita’ con cui l’epidemia riesce a diffondersi.
Il CPNI ha quindi chiesto ai produttori, ai distributori e ai supermercati di aumentare la sicurezza presso fabbriche e magazzini e identificare gli anelli deboli della filiera. ”Il Regno Unito – ha detto un funzionario dell’agenzia – soffre di un modesto rischio di contaminazione da parte di squilibrati, d’incompetenti o di scontenti. Ora e’ il caso di considerare la possibilita’ di contaminazione da parte di gruppi mossi da una qualche ideologia”. Che, stando alle informazioni raccolte dal domenicale britannico, porterebbe non solo nella direzione della solita Al-Qaida ma anche dei dissidenti dell’Ulster e degli animalisti piu’ esagitati.
”L’epidemia in Germania – ha commentato Richard Byrne, studioso presso il Centre for Rural Security alla Harper Adams University College – ha portato sotto i riflettori il modo in cui produciamo e distribuiamo il cibo e ha messo in evidenza la nostra vulnerabilita’ per quanto riguarda l’agro-terrorismo. Certi gruppi potrebbero attentare alla salute dei consumatori non solo con i virus tipo E.Coli ma anche usando cadmio o cesio radioattivo”. Uno scenario da incubo che ha portato il CPNI a diramare una circolare urgente.
”L’industria alimentare britannica – si legge nel rapporto – potrebbe essere nel mirino di alcune frange estremiste. Non e’ verosimile che il rischio vada diminuendo nel prevedibile futuro”. Il dossier evidenzia poi come particolarmente vulnerabili le fattorie perche’ fanno largo uso di lavoratori stranieri e chiede, di conseguenza, un giro di vite nei controlli. Con l’agro-terrorismo c’e’ insomma poco da scherzare. Secondo il CPNI, infatti, un attacco ben riuscito potrebbe portare a ”morie di massa, crisi economica e panico generalizzato”.
