BOSNIA, SARAJEVO – La polizia bosniaca ha arrestato mercoledi a Skelani, villaggio nel comune di Srebrenica, il serbo- bosniaco Milenko Trifunovic, detto Cop, già condannato per genocidio e crimini di guerra dal tribunale di Sarajevo, e in un edificio adiacente alla sua casa hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale di armi da guerra, compreso un cannone contraerei. Lo ha reso noto la Procura di Sarajevo.
Oltre al cannone, sono stati ritrovati tra l’altro una mitragliatrice M53, due fucili automatici, una pistola, e un’ingente quantità di ordigni esplosivi e munizioni. Trifunovic, 46 anni, era stato condannato a 33 anni di carcere dal Tribunale di Sarajevo per aver partecipato al genocidio di Srebrenica del 1995, e precisamente alla fucilazione di oltre mille musulmani di Srebrenica nella cooperativa di Kravice. Tuttavia, la pena che stava già scontando gli è stata recentemente sospesa grazie a una sentenza della Corte costituzionale.
Negli ultimi mesi, in base a tale sentenza, sono stati rimessi in libertà una decina di altri criminali di guerra con condanne definitive, annullate dalla Corte costituzionale per vizio di procedura. Secondo i giudici dell’Alta Corte e stando a una precedente sentenza della Corte europea dei diritti umani, il tribunale avrebbe dovuto applicare il codice penale dell’ex Jugoslavia del 1976, che era in vigore all’epoca dei fatti e che prevede pene molto più lievi, e non quello bosniaco del 2003 che si rifà alla normativa e alle procedure applicate dal Tribunale internazionale dell’Aja (Tpi).
Trifunovic, che come gli altri rilasciati è in attesa di un nuovo processo per crimini di guerra, è stato arrestato con l’accusa di detenzione e traffico illegale di armi.