DORTMUND – La polizia tedesca ha arrestato mercoledì mattina all’aeroporto di Dortmund, in arrivo da Tuzla (Bosnia-Erzegovina), un cittadino bosniaco ricercato dall’Italia per “tentato omicidio, omicidio preterintenzionale e rapina a mano armata”. Si tratta di Hanefija Piric (52 anni), detto ‘Paraga’, ritenuto responsabile della morte di tre volontari bresciani impegnati a scortare un convoglio di aiuti militari in Bosnia nel 1993, durante la guerra (1992-95).
‘Paraga’ nel 1993 comandava un battaglione dell’esercito governativo. Con i suoi uomini tese un’imboscata al convoglio sul monte Radovan, presso Gornji Vakuf (Bosnia centrale), saccheggiò uomini e mezzi e poi ordinò l’uccisione dei tre italiani, Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni.
Altri due volontari sopravvissuti, Christian Penocchio e Agostino Zanotti, testimoniarono successivamente al processo contro Piric, tenuto in Bosnia nel 2001, nel quale l’imputato fu condannato a 15 anni di carcere.
Zanotti, fotografo, in occasione del ventennale dell’eccidio aveva raccontato i particolari di quella drammatica giornata:
“Erano le quattro e mezza del pomeriggio. Davanti c’era il camion con Fabio e Sergio, io ero dietro nella Lada con Christian e Guido. I soldati ci hanno fermato qui, e subito è arrivato Paraga, il capo del gruppo. Dopo averci derubati di tutto, due soldati ci hanno scortati nel bosco. Abbiamo capito che stavano per ucciderci. Eravamo in fila. Guido era il primo, poi Christian, Fabio, Sergio e io l’ultimo”.
Zanotti e Penocchio riscirono poi miracolosamente a salvarsi l’uno gettandosi in un fiume, l’altro nascondendosi nel bosco. Si sono ritrovati solo due giorni più tardi. I cinque volontari appartenevano al “Coordinamento bresciano iniziative di solidarietà”, un’associazione laica che portava aiuti alla popolazione bosniaca e ospitava in Italia chi fuggiva dalla guerra, e al gruppo “Caritas di Ghedi“.
Secondo i media tedeschi, la procura di Dortmund sta valutando l’opzione dell’estradizione di ‘Paraga’ verso l’Italia. Il capo del gruppo responsabile della strage è stato condannato in secondo grado dalla giustizia bosniaca il 3 aprile 2002 a 13 anni di carcere per l’uccisione dei tre pacifisti. Ha scontato una parte della pena nel carcere di Zenica prima di accedere ad un regime di semilibertà. Nel corso del processo non ha detto perché, dopo aver derubato gli italiani, li ha consegnati ai soldati per farli uccidere.