BRUXELLES – Si allarga ancora lo scandalo della carne di cavallo venduta al posto di quella di manzo in Europa e spunta anche l’ombra nella mafia. Il sospetto, per ora, è lanciato dalla stampa britannica che chiama in causa la criminalità organizzata italiana ed est europea. L’emergenza, per fortuna, al momento non riguarda direttamente rischi per la salute delle persone. Resta però la preoccupazione per la facilità con cui si possono aggirare i controlli e quindi ingannare i consumatori con etichette false.
Mercoledì i ministri dell’Agricoltura interessati – su richiesta francese – si vedranno a Bruxelles con il Commissario alla Salute, il maltese Tonio Borg per cercare di correre ai ripari. Sullo scandalo ha preso posizione il presidente francese, Francois Hollande, che ha promesso sanzioni ”amministrative e penali” per le ”visibili mancanze”, per ”i profitti ed i comportamenti inammissibili”.
Così sono scattati ‘‘controlli a tappeto’‘. Gli agenti antifrode francesi nella mattinata di lunedì si sono presentati delle diverse sedi delle società coinvolte, fra cui la Comigel di Metz e la Spanghero. Si è deciso di verificare la lista completa dei clienti e fare in modo che “nessun prodotto controverso resti sul mercato”. Ed il ministro delegato ai consumi, Benoit Hamon, ha precisato che non ci si fermerà”alla filiera Comigel-Spanghero”.
Nei prossimi giorni scatteranno anche in Francia i controlli a campione, già partiti nel Regno Unito, tra supermercati e grossisti per verificare che non ci siano altre frodi simili. Intanto la stampa inglese, riprendendo le ipotesi fatte dal Ministro dell’Ambiente Owen Paterson e dalla responsabile per la sicurezza alimentare, Catherine Brown, rilancia l’idea che dietro le frodi milionarie ci siano le mafie italiana e dell’est.
Il ‘Daily Mail’ ricorda che l’Italia è il maggior produttore europeo di carne di cavallo e che la Polonia esposta 25mila cavalli l’anno per macellazione. Le gang costringerebbero poi veterinari e dipendenti dei mattatoi a far passare per bovina la carne di cavallo. Il premier romeno Victor Ponta assicura che ”sono state fatte verifiche”. Che hanno ”appurato” come ”in Romania non vi è stata alcuna violazione delle regole e degli standard europei”.
Ma sono proprio questi standard ad essere sotto accusa. Dall’ Italia Coldiretti e Cia tornano a chiedere una legislazione comunitaria che preveda l’indicazione dell’origine delle carni non solo per quella bovina, ma anche per maiale, pollo, coniglio e – appunto – cavallo. Richiesta simile a quella giunta a Bruxelles da Parigi al termine del vertice d’urgenza che nel pomeriggio di lunedì si è tenuto al ministero dell’Agricoltura.
Il francese Stephane Le Foll, annunciando la ”riunione a livello europeo” che si terrà mercoledì, ha spiegato infatti che chiederàmaggiore trasparenza ”nell’etichettatura sull’origine della carne nei prodotti trasformati” e la tracciabilità della sua provenienza. E mentre l’ex stella del cinema Brigitte Bardot – in veste di animalista – per chiedere lo stop definitivo al consumo di carne equina afferma che, se non cotta bene, puo’ provocare malattie parassitarie nell’uomo da Bruxelles insistono che invece ”non c’è pericolo per la salute dei consumatori”. Che però si chiedono cosa ci sia davvero dietro le etichette dei prodotti europei.
