MADRID – C’è crisi, gli spagnoli dovranno dire addio alla siesta. L’ha deciso il premier Mariano Rajoy, che ha tagliato la pausa pranzo dei dipendenti pubblici. Dal 2013 solo mezz’ora per un panino veloce. E i lavoratori statali si infuriano.
“Siamo talmente furiosi che saremo uniti nella nostra protesta”, hanno detto i sindacati, annunciando scioperi.
Tra i tagli del governo dei Popolari ci sono anche quelli alle vacanze dei dipendenti pubblici: almeno la metà dei 22 giorni di ferie dovrà essere presa durante l’estate. I giorni di permesso in un anno passano da cinque a tre.
Intanto nel 2012 è saltata la tredicesima di Natale, e sarà così anche per quella del 2013 e del 2014, almeno fino al 2015. Rajoy l’aveva detto: “Saranno anni duri. La Spagna è stata uno degli epicentri della crisi del debito che ha colpito l’Unione Europea”.
Solo pochi mesi fa, a maggio del 2012, la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva criticato la Spagna per le “troppe vacanze”. La risposta era arrivata dalle colonne del Mundo, che aveva titolato: “Gli spagnoli lavorano di più, guadagnano di meno e vanno in pensione più tardi dei tedeschi”, citando i dati Ocse secondo cui gli spagnoli lavorano il 19% in più dei tedeschi, sia gli uni che gli altri vanno in pensione a 65 anni ed entrambi hanno varato riforme per alzare l’età della pensione a 67 anni, anche se l’età reale di pensionamento in Spagna è di 62,8 anni, in Germania di 61,5.
Adesso, però, come i tedeschi gli spagnoli dovranno fare a meno del riposino pomeridiano. E’ diventato un lusso anche quello.