
ROMA – Le rivelazioni col contagocce di Edward Snowden tornano a chiamare in causa l’Italia: o meglio l’assenza del Belpaese tra le spie del Grande Fratello europeo, innesca un botta e risposta tra gli 007 di Londra e Roma con i primi che bollano i colleghi italiani come “litigiosi e frustranti” e i secondi che rispondono “siamo solo garantisti“.
Il caso scoppia quando il Guardian, che da mesi pubblica le rivelazioni di Snowden, diffonde nuovi documenti in base ai quali il Gchq (Government communication Headquarters), l’equivalente britannico della Nsa, ha una pessima opinione dei nostri servizi segreti: Aise e Aisi, dicono gli inglesi, sono “litigiosi” e “incapaci di collaborare tra di loro” e, dunque, frustranti. Stando ai documenti pubblicati dal Guardian, gli 007 britannici avevano contattato l’Aisi, l’agenzia interna italiana, per parlare di attività di “controterrorismo” ma in quell’occasione avevano constatato “una frattura all’interno dei servizi italiani, incapaci o non disposti a collaborare gli uni con gli altri”.
Aspettavamo “una risposta dall’Aisi su una proposta di collaborazione – si legge nei documenti -. Gli italiani sembravano entusiasti, ma ostacoli legali potrebbero aver impedito loro di impegnarsi”. Parole alle quali la nostra intelligence risponde sottolineando che sono già in corso “accertamenti” per appurare “se e cosa eventualmente risulti” circa la richiesta di collaborazione che non sarebbe andata in porto e che, comunque, quella dei colleghi inglesi è una “valutazione datata” che si riferisce al periodo immediatamente successivo alla legge di riforma dei servizi del 2007, che ha ridisegnato le competenze delle due Agenzie e che ha avuto necessità di un periodo di tempo per andare a regime.
“Noi litigiosi e frustranti? – dicono fonti qualificate d’intelligence – I servizi italiani, come noto, sono stati oggetto di una riforma profonda e complessa, che li ha resi più unitari ed efficienti. Certo, all’inizio e proprio nel periodo di cui parla il Guardian, c’é stato un complesso periodo di adattamento, ma ora le difficoltà sono superate”.
Quel che è certo, dicono ancora gli 007 di Roma quasi a voler sottolineare una differenza con i colleghi d’oltremanica, è che per una volta i documenti di Snowden chiariscono che i servizi italiani “sono più garantisti” di quelli di altri Paesi e che “non sono disponibili ad andare al di là di quanto previsto dall’ordinamento”. In Italia, viene ribadito, ci sono “limiti legali e stringenti” che sono “indubbiamente un fattore di garanzia e rendono non attuabili qui intercettazioni massive su grandi flussi di traffico”.