Evasione fiscale, Dolce e Gabbana prosciolti dall’accusa

MILANO – Gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati prosciolti dall’accusa di truffa ai danni dello stato e dichiarazione infedele dei redditi. Ad entrambi veniva contestata una maxi evasione fiscale da circa un miliardo di euro con la creazione di una società fittizia in Lussemburgo. Lo ha deciso il gup di Milano Simone Luerti, che ha prosciolto anche gli altri cinque imputati. Dolce & Gabbana, assistiti dall’avvocato Massimo Dinoia, sono stati prosciolti da entrambe le accuse perché il fatto non sussiste, come gli altri cinque imputati, tra cui alcuni manager del gruppo.

Il pm Laura Pedio aveva chiesto per tutti gli imputati il rinvio a giudizio, ma il giudice li ha prosciolti perché, da quanto si e’ saputo, non è stato superato il confine che porta al rilievo penale dei fatti contestati. Il giudice dell’udienza preliminare, inoltre, non può spingersi a valutare eventuali profili di rilievo tributario. Il pm contestava ai due stilisti un’evasione di circa 420 milioni di euro a testa, a cui si aggiungevano altri 200 milioni di euro di presunto imponibile evaso riferibili alla società ‘Gado’ con sede in Lussemburgo.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, che aveva iniziato le indagini nel 2007 dopo una verifica fiscale, la multinazionale della moda aveva creato questa società di diritto lussemburghese, che risultava essere la proprietaria di due marchi del gruppo, ma che di fatto veniva gestita in Italia. E tramite questa ‘esterovestizione’, secondo il pm, i proventi derivanti dallo sfruttamento dei marchi venivano tassati in Lussemburgo e non in Italia. Nell’udienza preliminare si era costituita parte civile anche l’Agenzia delle entrate, ma il gup ha fatto cadere tutte le accuse. Tra gli imputati, c’era anche il fratello di Domenico Dolce, Alfonso, gli amministratori della ‘Gado’ e il consulente fiscale del gruppo della moda. Soddisfazione e’ stata espressa dai legali degli imputati.

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