L’estradizione in Usa dell’hacker britannico Gary McKinnon si può e si deve evitare. Ad affermarlo è la commissione parlamentare per gli affari interni che ha inviato una lettera al ministro dell’interno Alan Johnson in cui sostiene che, al contrario di quanto detto in precedenza dal ministro, i presupposti legali per rifiutare l’estradizione dell’hacker in base ai suoi problemi di salute esistono e che Johnson avrebbe dunque il dovere di intervenire.
La storia di Gary McKinnon iniziò quando il britannico, che soffre della sindrome di Asperger e di tendenze suicide, tentò di penetrare tramite internet informazioni riservate del Pentagono e della Nasa per scoprire prove dell’esistenza degli alieni. Una volta scoperto, l’America ne chiese l’estradizione dal Regno Unito agli Usa, dove rischia una condanna a 60 anni in un carcere di massima sicurezza.
Da allora il ministro Alan Johnson, che ora ha bloccato il processo in attesa di ulteriori prove sullo stato di salute dell’uomo, ha sempre sostenuto di non avere il potere per evitare tale decisione. A causa del cagionevole stato di salute di McKinnon, la commissione ritiene che non dovrebbe essere mandato negli Stati Uniti e il ministro dovrebbe esercitare il proprio potere discrezionale per evitarlo.
