L’ex uomo forte di Panama, Manuel Noriega, è stato condannato a sette anni di carcere per riciclaggio di denaro dal tribunale di Parigi. La condanna riguarda un caso di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di stupefacenti legato ai cartelli colombiani.
L’ex dittatore panamense era stato estradato in Francia nel mese di aprile, ed era già stato processato in contumacia nel 1999, per gli stessi motivi.
Noriega è dunque colpevole per aver riciclato 2,3 milioni di euro dei narcotrafficanti del cartello di Medellin, in Colombia, negli anni ’80.
Nell’ultimo giorno di dibattimento, lo scorso 30 giugno, la procura aveva chiesto per ‘faccia d’ananas’ la pena massima (10 anni di carcere) nonché il sequestro dei 2,3 milioni di euro in questione depositati sui conti francesi. Una richiesta, quest’ultima, che e’ stata accolta oggi dai giudici parigini.
Noriega, 76 anni, è ”abbattuto e forse anche sorpreso per questa decisione che fatica a comprendere”, ha detto alla stampa uno dei suoi legali, Yves Leberquier. ”Dobbiamo pensare all’immagine di un’organizzazione perfettamente strutturata nelle mani di un uomo e nell’interesse di un uomo: Manuel Noriega”, aveva detto nei giorni scorsi il procuratore Michel Maes, secondo cui questo ”sistema e’ stato concepito per riciclare i soldi della droga a vantaggio” dell’ ex dittatore.
In realtà, la Francia lo aveva già giudicato, e condannato a 10 anni in contumacia, nel 1999, infliggendogli 13,2 milioni di multa piu’ un’ammenda doganale di 2,3 milioni, ritenendolo colpevole di aver riciclato in Francia i soldi dei narcos di Medellin. Noriega si è difeso affermando che il denaro arrivava dall’eredità del fratello, dalla dote della moglie e da versamenti della Cia. E le accuse nei suoi confronti sarebbero solo menzogne di testimoni raccolte dagli americani. L’uomo, rovesciato e imprigionato nel 1989 dagli Usa che per anni ne avevano sorretto la dittatura, fu condannato a 20 anni in Florida, poi ridotti a 17 per buona condotta.
Un giudice federale l’ha poi estradato verso Parigi, dove dallo scorso 26 aprile è stato in una cella della prigione della Santé, nel cuore della capitale. Noriega, che secondo gli atti prodotti dai suoi medici soffre di semiparalisi e ipertensione, resta il simbolo di tante contraddizioni delle grandi potenze, che – nel corso della sua vicenda da avventuriero – lo hanno gestito come una marionetta. Gli Stati Uniti sostenendolo e poi rovesciandolo.