PARIGI, 15 SET – Non si potrà più pregare nelle strade e sui marciapiedi di Parigi a partire dalla mezzanotte di oggi. Il monito del ministro dell'Interno, Claude Gueant, si rivolge a centinaia di musulmani che, tutti i venerdì, da una decina di anni ormai, sono soliti stendere i loro tappeti soprattutto in un incrocio del quartiere popolare della Goutte d'Or, ai piedi di Montmartre, bloccando traffico e passeggio, perché nelle moschee non c'è posto per tutti. Da stanotte dunque non sarà più possibile e contro i fedeli che trasgrediscono la regola non si escludono le maniere forti.
''Pregare in strada non è degno di una pratica religiosa ed è contrario al principio di laicità'', ha affermato Gueant in un'intervista al quotidiano Le Figaro. Il ministro è intransigente: ''la preghiera per strada deve cessare perché urta la sensibilità di molte persone. Potremmo ricorrere all'uso della forza – aggiunge -, se necessario''.
La misura sarà presto estesa anche ad altre città, come Marsiglia o Nizza, dove esiste lo stesso problema.
La Francia conta 2.000 moschee e sale di preghiera e sono già in corso circa 200 nuovi cantieri. Nel Paese si costruiscono in sostanza più moschee che chiese e vi si contano più praticanti musulmani che cattolici.
Una nuova moschea sta nascendo anche a Parigi, ai piedi della collina di Montmartre, e ad alcune centinaia di metri dalle due troppo piccole moschee della rue Myrrha e della rue Polonceau, dove chi non riesce ad entrare prega lo stesso, ma fuori e i sermoni vengono spesso diffusi con i megafoni. La capitale investirà 23 milioni di euro per lo sviluppo culturale del nuovo centro spirituale, mentre l'Istituto delle culture dell'Islam 7 milioni per la sua costruzione.
Alla Goutte d'Or, quartiere in prevalenza afro-maghrebino, si sollecitano tutti i giorni i passanti perché offrano qualche moneta per il finanziamento del luogo di culto, che però non aprirà prima del 2013-2014.
Nel frattempo, da domani, la grande preghiera del venerdì e quella delle feste dell'Aid (che chiudono il digiuno del Ramadan e il pellegrinaggio alla Mecca) dovranno tenersi in una ex caserma dei pompieri trasformata in luogo di culto. ''E da nessuna altra parte'', ha tuonato ancora Gueant.
Per alcune settimane sarà anche interrotto il culto nelle moschee di quartiere. Dopo lunghe discussioni, le associazioni musulmane di Parigi hanno ceduto e firmato una ''convenzione'' perché la preghiera si svolga nella caserma in questione. Ma a malincuore.
Non solo i lavori di adattamento dell'edificio non sono ancora terminati e l'affitto è troppo alto (30.000 euro annui), ha fatto notare l'imam Cheikh Hamza, ma ''ai musulmani di Parigi serve un luogo dove poter pregare tutti i giorni e non solo il venerdì. Temo un clima di anarchia – ha aggiunto -. Sono sicuro che i fedeli continueranno a venire numerosi alla Goutte d'Or. Domani, io ci sarò''.
