Francia, Ikea denunciata dopo le rivelazioni sullo spionaggio

PARIGI, 1 MAR – Il sindacato francese Force Ouvriere (FO) ha sporto denuncia contro l'Ikea, dopo le notizie pubblicate ieri dal settimanale Le Canard Enchaine', secondo cui il gigante svedese ha fatto spiare in Francia i candidati all'assunzione, i dipendenti e persino i clienti con cui aveva in corso controversie commerciali. Nella denuncia, depositata al tribunale di Versailles, vicino Parigi, il sindacato punta il dito contro l'Ikea per ''utilizzo fraudolento di dati privati''.

In particolare, secondo le notizie del Canard, il gigante svedese dell'arredamento avrebbe ingaggiato degli investigatori privati per raccogliere informazioni circa i precedenti giudiziari, di polizia, o sui conti in banca dei dipendenti o dei clienti che avevano una controversia con il gruppo. ''Se questi fatti fossero confermati, ci troviamo davanti ad un oltraggio molto grave dei diritti dei lavoratori ma anche dei cittadini'', dice Hocine Redouani, sindacalista di FO all'Ikea di Paris-Nord 2. ''Sono delle pratiche che credevamo impossibili. Speriamo che si faccia chiarezza e che vengano stabilite le responsabilita' degli uni e degli altri''. Inoltre, per il sindacalista, il direttore per la gestione dei rischi di Ikea France, non era – come dicono alcuni – ''l'unico al corrente'' di queste pratiche. Dopo la notizia rivelata dal Canard Enchaine', Ikea-France ha aperto un'indagine interna.

Le informazioni, spiegava ieri il settimanale satirico, venivano pescate nel database digitale Stic (sistema di registro delle infrazioni constatate), un immenso schedario informatico che contiene diversi milioni di nomi, registrati attraverso le patenti o l'immatricolazione delle auto. Responsabile delle ricerche, in particolare, la società Sureté international, con cui, sempre secondo le informazioni del Canard, Ikea aveva sottoscritto un accordo "molto segreto". A prove di queste affermazioni, il Canard pubblica estratti di alcune delle e-mail scambiate tra la 'direzione rischi' di Ikea e gli investigatori incaricati della caccia ai dati.

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Elisa D'Alto