Processo sull’incidente al Concorde: si apre oggi nella localitĂ francese di Pontoise il procedimento giudiziario che dovrĂ stabilire le responsabilitĂ per la tragedia del 25 luglio del 2000, che uccise 113 persone e mise fine alla carriera dell’aereo supersonico. Sul banco degli imputati cinque persone fisiche e una compagnia aerea, la Continental Airlines.
Le udienze dureranno tre o quattro mesi. La Procura presenterĂ la versione dei fatti fin qui difesa dalla commissione di inchiesta ufficiale, ovvero che la causa “esterna” dell’incidente va ricercata in un pezzo di metallo staccatosi dalla fusoliera di un Dc-10 della Continental, decollato immediatamente prima del supersonico dall’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. Il montaggio del pezzo non era stato autorizzato dall’ente federale per l’aviazione civile statunitense. Secondo tale ricostruzione, il frammento di titanio avrebbe provocato lo scoppio di uno pneumatico del Concorde, i cui detriti avrebbero colpito il serbatoio di carburante alloggiato nell’ala sinistra innescando un incendio. Dato che l’apparecchio aveva perĂ² giĂ superato la V1 (il punto di non ritorno oltre il quale è necessario lasciare la pista) il comandante cercĂ² di effettuare ugualmente il decollo.
Ma il supersonico andĂ² a schiantarsi contro un hotel, provocando la morte delle 109 persone a bordo e di altre quattro che si trovavano nell’edificio. La Continental – che vede due suoi dipendenti fra gli imputati – sostiene invece che l’incendio si sarebbe sviluppato prima che il Concorde colpisse il frammento metallico. E intende avvalersi di un altro fatto appurato dalla commissione di inchiesta: la debolezza strutturale del deposito di combustibile in caso di impatti multipli – definita non un “vizio di progettazione” ma un difetto e quindi fonte di potenziali rischi – era nota fin dal 1979 ai responsabili del progetto del supersonico. Per questo, tre di loro sono stati citati in giudizio.
