In questi giorni di festa e di tavole imbandite, in Francia il tartufo è diventato prezioso come l’oro, o quasi. I prezzi dei tuberi più pregiati arrivano a superare i 1.000 euro al chilo, e nelle zone di produzione i furti sono in continuo aumento.
”La proprietà non è più rispettata, è la giungla e la legge del più forte” racconta al quotidiano Le Monde la moglie di un produttore del Tricastin, nella valle del Rodano, che a dicembre ha visto il suo terreno più produttivo saccheggiato tre volte in quindici giorni. Una situazione di tensione continua, che ha spinto i tartuficultori della regione, che fornisce tra il 70 e l’80% della produzione di tartufi francese, ad organizzarsi: a gruppi di due o tre, armati di visori a infrarossi e proiettori luminosi, ogni notte escono a perlustrare i querceti dove crescono i preziosi tuberi per tentare di sorprendere gli aspiranti ladri.
”Non sono più gli spigolatori di una volta – spiega uno di loro, amareggiato – sono furti organizzati. E’ come una vendemmia selvaggia nei vigneti di pregio. Possono essere armati, e uno aspetta in un veicolo nascosto per poter battere in ritirata”.
Le ronde, ammette, sono faticose e stressanti, tra il buio e il freddo dei mesi invernali, e la paura di incontrare dei malintenzionati è sempre piu’ intensa. Tanto che a volte si possono commettere tragici errori. Come è successo qualche giorno fa a un suo concittadino poco piu’ che trentenne, Laurent Rambaud, che durante una perlustrazione armato di fucile ha sparato, spaventato da un’ombra che si era parata davanti a lui all’improvviso, e ha ucciso sul colpo Ernest Pardo, sospetto ladro di tartufi.
Il giovane tartuficultore è finito sotto inchiesta per omicidio, ma i suoi colleghi sono tutti con lui. Due giorni dopo il fatto, erano oltre 250 a sfilare in una marcia di sostegno, desiderosi di attirare l’attenzione su una situazione che ritengono insostenibile. ”Stimiamo che il 10% o 15% di ogni raccolto sia rubato” dichiara un altro produttore, ancora a Le Monde. Un dazio inaccettabile da pagare per chi fatica con pazienza per far crescere le querce, irrigare, concimare, ripulire le radici nei giorni esatti. ”E certe piantagioni non producono nemmeno, o molto poco – sottolinea – E’ una vita del cavolo: è per questo che, se posso regalare anche cinque chili di tartufi all’anno per piacere personale, detesto quando vengono a rubarmeli”.