“Sappiamo che il consumo frequente di cannabis causa disturbi cognitivi, riduzione del quoziente intellettivo, alterazione della memoria e dell’attenzione – aggiunge Laprèvote – ma questi studi che esistono già non dicono come funziona. Non raccontano ciò che succede nel nostro cervello”.
Così, “vogliamo spingerci oltre e abbiamo scelto l’osservazione come porta d’ingresso per studiare il suo funzionamento”, precisa lo specialista, aggiungendo: “Se ci sono anomalie sull’uso regolare di cannabis, le ritroveremo sulla retina, che è un pezzo del cervello”. Ma attenzione: “Non si tratta di sapere se dopo aver fumato gli occhi funzionano bene o no”.
Le equipe di ricerca di Nancy partono dall’ipotesi che il forte consumo di cannabis possa modificare il sistema di comunicazione tra neuroni. Causa Map intende concentrarsi su un gruppo di 180 volontari, le cosiddette cavie, divisi in tre gruppi di età compresa tra i 18 e i 55 anni.