Un collezionista svedese avrebbe commissionato il furto della scritta in ferro battuto”Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi” in tedesco) che sovrastava il cancello principale del campo di sterminio nazista di Auschwitz. Lo rivela la stampa polacca citando indiscrezioni della polizia dopo gli interrogatori degli autori materiali del furto, cinque pregiudicati comuni locali non legati alla galassia di movimenti neonazisti.
Secondo la polizia polacca, i ladri hanno agito per motivi economici e non politici e dovevano consegnare la scritta – tagliata in tre parti dopo il furto – ad un misterioso collezionista in Svezia in cambio di una somma di denaro. Secondo le loro stesse ammissioni, i ladri speravano di ricavare dalla vendita dell’insegna, rubata venerdì 18 e ritrovata domenica 20 dicembre tra i 10 ed i 30 mila euro.
Il sito online del quotidiano svedese “Aftonbladet” precisa che non è ancora chiaro se sia stava svelata l’identità del misterioso acquirente svedese né tantomeno se egli abbia agito a sua volta da tramite per altre persone. «Abbiamo collaborato con tutte le polizie e le istituzioni del mondo ed è possibile che una persona venga presto arrestata», ha detto in una conferenza stampa il portavoce della polizia polacca, Dariusz Novak, che non ha voluto commentare le notizie di stampa sulla pista svedese.
Il procuratore di Cracovia, Artur Wrona, ha annunciato di «aver richiesto assistenza giuridica ad un Paese europeo», precisando che il mandante del furto «non è un cittadino polacco e non risiede in Polonia». Parlando alla stampa, Wrona ha anche criticato i sistemi di sicurezza dell’ex campo di sterminio. «Il sito non è protetto in maniera adeguata», ha detto il procuratore, annunciando l’apertura di un’inchiesta. Il capo della polizia di Cracovia, Andrzej Rokita, ha detto che i cinque ladri rischiano una condanna fino a dieci anni di reclusione.
Rokita ha rivelato che tre dei cinque hanno già confessato il furto e sono stati condotti sulla scena del crimine per mostrare come hanno smontato la scritta, diventata il simbolo della Shoah. In Svezia vi sono numerosi gruppuscoli neonazisti attivi in ogni angolo del Paese, come denunciava anche lo scomparso scrittore Stieg Larsson, autore della trilogia Millennium e consulente della polizia sul fenomeno neonazista nel Nord Europa. Il quotidiano “Aftonbladet” ricorda inoltre che sul web esiste un fiorente mercato di memorabilia della Germania nazista e di oggetti appartenuti a deportati.
Il furto dell’insegna di Auschwitz, fatta realizzare dai nazisti da un prigioniero polacco del campo, aveva sollevato sdegno e condanna ovunque, in particolare in Israele. Gli storici calcolano che nel campo di Auschwitz-Birkenau sono state sterminate oltre un milione di persone, in stragrande maggioranza ebrei.
