“Ho ordinato di fermare i lavori. Decideremo sul da farsi in funzione dei colloqui che avremo con Bruxelles”, ha dichiarato il primo ministro bulgaro, Plamen Orecharski, dopo le critiche arrivate da Ue e Usa.
Nel giorni scorsi il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, aveva aperto una procedura d’infrazione contro la Bulgaria per irregolarità negli appalti relativi a South Stream.
Spiega il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli sulla Stampa:
“Le regole di cui Bruxelles pretende il rispetto riguardano il fatto che in Bulgaria tutti i lavori sono stati affidati a imprese bulgare o russe, e questo in Bulgaria, che è parte dell’Unone europea, non si può fare, le gare devono essere aperte a tutte le aziende europee su una base di parità. Ma il problema specifico degli appalti si inserisce anche in un contenzioso più vasto e di più lunga data sull’uso futuro del South Stream”.
La faccenda è complicata: il contenzioso riguarda l’uso del gasdotto che secondo le regole Ue dovrebbe essere aperto a tutti, mentre Gazprom vorrebbe riservarlo a suo metano. La Bulgaria e altri Paesi dell’Est sostengono le posizioni russe.