Carnaby Street, celebre stradina (meno di 200 metri) londinese, celebra quest’anno l’inizio degli anni Sessanta e della propria carriera di simbolo della Londra di tendenza in musica, moda e fotografia.
La strada esiste sin dalla fine del 1600, è a due passi da Oxford Circus e corre parallela a Regent Street, ma gli organizzatori hanno scelto di festeggiare l’inizio dei favolosi Sixties come proprio compleanno, visto che proprio in quel decennio divenne polo d’attrazione per stilisti, artisti e artistoidi d’ogni sorta.
Gli eventi che ricordano quell’età d’oro proseguiranno per tutto l’anno. Quell’epoca inizia esattamente nel 1958 quando su Carnaby aprì la prima boutique alternativa His Clothes, ad opera di John Stephen, presto seguito dal negozio I Was Lord Kitchener’s Valet, da Mr. Fish, Cecil Gee, Kleptomania, Mates, Ravel, e altri che sarebbero diventati immancabili appuntamenti per la gioventù alla moda di mezzo mondo.
Nel 1960 la strada già mescolava negozi per i Mod, tribù giovanile appassionata di lambrette accessoriate e della musica degli Who, ed hippy. Designer e boutique la vedevano come terra promessa per la propria creatività: Mary Quant, Marion Foale e Sally Tuffin, Lord John, Merc, Take Six, e Irvine Sellars.
Intanto Beatles, Small Faces, Who, e Rolling Stones suonavano nella zona (il leggendario Marquee Club era poco distante a Wardour Street) per poi far compere e socializzare in bar e pub. Dal 26 febbraio al 10 aprile, al numero 30 ci sarà la mostra Carnaby Street: 1960-2010, curata dalle storiche della moda Judith Clark e Amy de la Haye, che parte dal 16.mo secolo e arriva fino a oggi, passando per gli anni in cui a Carnaby Street si aggiravano i mostri sacri del rock.
In mostra molte foto di Philip Townsend, un tempo il fotografo che più di ogni altro catturava la swingin’ London in pieno splendore.
Oggi Carnaby è una grande attrazione turistica, grazie alla sua fama, ma mantiene una sua fiera indipendenza: il 60% dei 135 negozi che vi si affacciano sono indipendenti, contro il 40% appartenente a grandi catene di moda.