LONDRA, GRAN BRETAGNA – Il piccione è morto da decenni ma gli esperti del centro ultrasegreto di crittografia del Regno Unito (Gchq), non sono riusciti a cavare un ragno dal buco ed hanno lanciato un appello attraverso la Bbc perchè qualcuno gli aiuti a decifrare il messaggio rinvenuto poche settimane fa da David Martin nel camino della sua villetta nel Surrey.
Il codice è stato ritrovato per caso in un bussolotto d’alluminio, ancora attaccato alla zampa del piccione viaggiatore a cui era stato affidato nel giorno del D-Day, ed è tanto oscuro che potrebbe non essere mai decodificato.
A meno che ai cervelloni del Gchq non venga fornita qualche informazione in piu’ sul tipo di codice usato. ”Se non si ottengono maggiori informazioni su chi abbia spedito il messaggio e a chi fosse diretto non saremo in grado di determinare il codice usato”, ha spiegato uno storico del Gchq (che ha chiesato di essere identificato con il solo nome di battesimo: Tony).
”Non avevamo molte speranze di risolvere il mistero – ha sottolineato – perche’ in questo tipo di operazioni i messaggi erano codificati in modo che potessero essere letti solo dal mittente e dal ricevente”. Come dire: l’intelligence britannica, impegnata nella seconda guerra mondiale in un braccio di ferro con i nazisti, non ha certo lesinato trucchi per evitare di essere intercettata. Il messaggio era diretto alla sezione XO2 – non ancora identificata – e portava la firma di un certo sergente W. Stot dell’esercito – anch’egli al momento sconosciuto.
”Sono molte le persone ancora vive che hanno lavorato nei centri di comunicazioni durante la guerra”, ha detto Tony. ”Se qualcuno ha delle informazioni riguardo questa vicenda potrebbe scriverci e forse saremo in grado di venire a capo di questo enigma”. Tra le cose su cui ci interroghiamo, ha aggiunto Tony, è come il piccione sia finito nel camino durante l’invasione in Normandia.