Un’insegnante in pensione di 59 anni è la donna più anziana alla quale una clinica britannica abbia dato il via libera per l’inseminazione artificiale. Susan Tollefsen, che ad ottobre compirà 60 anni, ha già avuto un figlio all’età di 57, ma per concepirlo allora era stata costretta ad andare in Russia.
Secondo le linee guida del governo britannico, infatti, le strutture pubbliche non dovrebbero consigliare l’inseminazione artificiale alle donne di età superiore ai 40 anni. Le cliniche private in genere non trattano le donne di più di 50. La decisione della London Women’s Clinic – una delle migliori cliniche della fertilità del Paese – di aiutare la Tollefsen ad avere un altro bimbo è stata dunque una sorpresa e sta già sollevando polemiche.
«Sono ancora così sana e piena di vita a 60 ani che non vedo perchè non dovrei essere sottoposta al trattamento», ha detto l’ex insegnante di Laindon, nell’Essex, il cui partner ha 11 anni in meno di lei. Sono in molti tuttavia a temere che il caso della Tollefsen possa aprire le porte ad una serie di aspiranti mamme di terza età intenzionate a chiedere a cliniche britanniche di sottoporsi all’inseminazione artificiale. Nadine Dorries, parlamentare conservatrice, è contraria.
«Dobbiamo elaborare delle leggi a riguardo altrimenti ci troveremo inevitabilmente a pagare i costi più avanti. Forse potremmo estendere il limite a poco più di 50 anni, ma a 60 mi parrebbe folle», ha detto la parlamentare. Lo scorso anno Elizabeth Adeney, 66 anni, è diventata la mamma più anziana del Regno Unito dopo essersi sottoposta ad inseminazione artificiale in Ucraina.
