Alcune centinaia di lavoratori hanno iniziato a dimostrare nel centro di Londra contro assunzioni di manodopera straniera da parte delle grandi aziende – che in questo modo aggirano gli accordi sindacali e corrispondono salari più bassi. “Casus belli” della contesa è l’italiana Somi, vincitrice di un subappalto presso la centrale elettrica di Staythorpe, Nottinghamshire: pagava i suoi operai 1.300 euro al mese in meno dei colleghi britannici.
A far esplodere la protesta – guidata dal sindacato Gmb – è stata una sentenza nata dalla revisione delle paghe chiesta dagli stessi sindacati. Che ha rivelato come tra aprile e dicembre 2009 una media di 17 operai al mese della Cmn (associata della Somi) siano stati pagati 1.300 euro al mese in meno rispetto agli accordi presi con l’Alstom, l’azienda a cui è stato assegnato l’incarico di costruire la nuova centrale a Staythorpe.