GB, LONDRA – Una ”umiliazione storica”. La stampa britannica e’ lapidaria col suo premier David Cameron dopo il flop in Europa nel fallito tentativo di opporsi alla investitura di Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione Ue. I suoi avversari politici usano toni ancora piu’ duri, dandogli del pericoloso perdente, e in questo clima di rotta generale per i conservatori crescono le possibilita’ di un’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, quella ‘Brexit’ che molti, da Londra a Bruxelles, vedono come un incubo.
Non e’ un caso se nel giorno dopo la sconfitta nel summit Ue, che qualcuno ha paragonato alla figuraccia calcistica dell’Inghilterra eliminata ai mondiali di calcio in Brasile, accanto alle ‘bordate’ della stampa euroscettica – come il Daily Telegraph che si chiede ”perche’ dovremmo restare in Europa?” – sono arrivate le rassicurazioni.
”Dopo aver chiarito le proprie posizioni in merito alle questioni di principio legate alla nomina di Jean-Claude Juncker, Cameron ha dichiarato di accettare il risultato del voto e ha garantito che il Regno Unito lavorerà come sempre insieme al Presidente e alla nuova Commissione una volta che si saranno insediati”, ha dichiarato l’ambasciatore britannico in Italia, Christopher Prentice. Un segno ufficiale di forte distensione mentre il clima in Gran Bretagna resta pero’ rovente. A partire dai media.
‘Un passo avanti verso l’uscita dall’Europa’, è il titolo dell’euroscettico Daily Mail che poi definisce Cameron ‘il Rooney d’Europa’, riferendosi all’attaccante della Nazionale (e del Manchester), Wayne Rooney, eliminata in Brasile. Stessa considerazione da parte del Times: ‘La Gran Bretagna vicino all’uscita dalla Ue’ titola il giornale di Rupert Murdoch. Il Paese – prosegue – si trova in uno ”splendido isolamento”. Sul fronte politico non va meglio. Il leader laburista Ed Miliband ha dichiarato che Cameron e’ un pericolo per l’economia britannica, e’ ”tossico”, perche’ non in grado di difendere gli interessi nazionali in Europa. Ancora piu’ duro l’euroscettico Nigel Farage, leader dell’Ukip, secondo cui il premier e’ un ”perdente” e soprattutto ”senza amici”, in una Ue in cui tutto e’ deciso dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Qualche alleato Cameron lo trova in casa, come il ministro della Sanita’, Jeremy Hunt, che ha accusato di ”codardia” i leader europei che in privato si sarebbero opposti a Juncker per poi sostenerlo in pubblico. Il primo ministro sa che che pero’ nemmeno all’interno del suo partito tory puo’ fidarsi perche’ i ribelli euroscettici, rafforzati proprio da questo clima, faranno nuove richieste al loro leader, come ad esempio anticipare il referendum sulla permanenza nel Regno Unito che Cameron ha promesso per il 2017 dopo pero’ una vittoria alle elezioni politiche dell’anno prossimo. Un consiglio di strategia arriva dal Financial Times, secondo cui il leader conservatore deve ”contenere il danno” e rinegoziare la permanenza della Gran Bretagna nell’Ue, riconoscendo i limiti di quello che si può ottenere