Teorema Pasolini nel giallo di Gareth Williams, la spia dell’MI6 trovato morto in un borsone chiuso dall’interno nel bagno del suo appartamento di Londra: secondo fonti della polizia citate dai media britannici, il giovane avrebbe usato come alias nella sua vita privata il nome del celebre regista italiano ucciso nel 1975 all’Idroscalo di Ostia in un delitto a sfondo omosessuale.
Scotland Yard da settimane sta dando la caccia a un uomo e una donna ”dall’aspetto mediterraneo” che avrebbero fatto visita nella casa di Williams dicendo a un vicino che andavano a trovare un certo Pier Paolo. E adesso la polizia sospetta che la spia avesse assunto, per la sua doppia vita, l’identità del cineasta il cui ultimo controverso e censuratissimo film, ispirato al romanzo del Marchese de Sade, ”Salò o le 120 giornate di Sodoma”.
”L’uso del nome Pier Paolo suggerisce che la coppia fosse lì per ragioni sessualmente non ortodosse”, ha detto una fonte della polizia al Sun, tabloid del gruppo di Rupert Murdoch: ”Sono forse loro che qualche settimana dopo lo hanno lasciato chiuso in una valigia con tragiche conseguenze?”.
Williams, che aveva 31 anni, era stato trovato morto il 23 agosto dell’anno scorso nel suo appartamento di Pimlico, chiuso in un borsone North Face rinvenuto nella vasca ad bagno. Il giovane, nei giorni precedenti alla morte, aveva visitato alcuni siti online dedicati alle pratiche sadomaso e aveva nell’armadio un guardaroba pieno di abiti da donna griffati e mai messi del valore di 15 mila sterline comprese le leggendarie scarpe col tacco a spillo e la suola rossa dell’esclusivo stilista francese Christian Louboutin.
Il giallo della spia, affidata alla sezione omicidi di Scotland Yard, è ancora in alto mare: a quanto pare la morte di Williams non sarebbe legata al lavoro di specialisti in codici segreti per conto dei servizi segreti di Sua Maestà. Nulla è stato rubato dall’appartamento e non ci sono segni di colluttazione o di scasso. Dai test tossicologici non è emerso nulla di sospetto e adesso la polizia sta valutando l’ipotesi che qualcuno abbia aiutato Williams a entrare nel borsone lasciandocelo dentro dopo che lui ha chiuso la cerniera dall’interno con conseguenze fatali.
Gli inquirenti che indagano sulla scomparsa del uomo sono sempre più convinti che la chiave del mistero sia proprio qui, nascosta nella seconda vita segreta che la spia sembrava condurre navigando su siti dedicati al bondage e visitando locali gay e spettacoli di drag queen.
Il 12 agosto, quattro giorni prima di morire e 11 prima che il suo cadavere in stato di decomposizione venisse ritrovato, Williams era andato a vedere l’esibizione nell’est di Londra di una drag queen chiamata Jimmy Woo. Nell’abitazione di Pimlico la polizia ha trovato altri due biglietti per spettacoli del genere. E alcuni mesi prima della morte, Williams sarebbe stato visto anche in un noto bar gay nel quartiere di Vauxhall, epicentro della vita notturna della comunità omosessuale e transgender.
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