ROMA – Una testimone ”credibile” che vede Alessia e Livia in un villaggio a pochi chilometri da Saint Sulpice il 30 gennaio, nessuna conferma ”formale” che le gemelline fossero sul traghetto dalla Francia alla Corsica, nessuna sostanza tossica trovata in casa di Matthias Schepp e nessun legame tra l’uomo ed una donna svizzera sparita negli stessi giorni in cui si sono perse le tracce delle due bambine: a poco meno di un mese dalla scomparsa, la sorte di Alessia e Livia continua a rimanere un mistero. Gli inquirenti svizzeri, francesi e italiani continuano a scandagliare gli ultimi giorni di Matthias, che con folle lucidità ha costruito la sua fine trascinando nell’incubo anche le sue due figlie.
Ma la verità è che non sono ancora riusciti a ricostruire tutti gli spostamenti dell’uomo dal 28 gennaio, il giorno in cui ha preso le piccole dalla casa della sua ex moglie Irina, nel centro di Saint Sulpice, fino al 3 febbraio, quando si è suicidato a Cerignola. Quel che è certo è che con il passare del tempo cadono una dopo l’altre le ipotesi avanzate. L’ultima è quella di un legame tra Matthias e Katia Iritano, una donna scomparsa a Montobovon – ad un centinaio di chilometri da Losanna – il 25 gennaio scorso. Gli accertamenti tecnici sui cellulari dei due disposti dal procuratore di Losanna Pascal Gillieron hanno stabilito che non vi è stato nessun contatto. ”La pista – ammette la polizia – può essere definitivamente scartata”. Non è Katia dunque la misteriosa donna che, secondo alcuni testimoni, sarebbe stata vista assieme a Matthias e alle gemelline a Propriano, in Corsica, il 1 febbraio. E nonostante la Corsica continui ad essere la pista ”privilegiata” delle ricerche, dice la polizia svizzera, non ci sono prove che le due bambine siano arrivate lì. O siano salite sul traghetto.
Ci sono infatti i 3 biglietti comprati da Matthias al porto di Marsiglia e c’è la testimonianza della vicina di cabina che dice di aver sentito piangere dei bambini: ma nella cabina occupata da Matthias, tracce di Alessia e Livia – cioè le ”prove formali” – non ci sono. Una testimonianza ”credibile” è invece quella che indica Matthias e le bimbe a Preveges – un paese a pochi chilometri da Saint Sulpice – il 30 gennaio alle 15:30: venti minuti dopo il telefonino di Matthias aggancia la cella di Morges, altro paese poco distante. E qui iniziano i dubbi. ”Le indagini continuano – confermano gli investigatori – per stabilire come il padre abbia impiegato il suo tempo (fino alla partenza da Marsiglia, ndr) e quale sia stato il percorso tra Svizzera e Francia”.
Quanto all’ipotesi dell’avvelenamento – Matthias Schepp, prima di partire aveva cercato su internet siti dove si trovano consigli e materiali per l’avvelenamento – le analisi scientifiche effettuate nella sua abitazione non hanno trovato tracce di ”sostanze tossiche o nocive”. Significa che se Alessia e Livia sono state avvelenate, Matthias ha comprato i prodotti dopo esser partito, il 30 gennaio. Nonostante l’assenza di notizie, Irina Lucidi non perde la speranza. Mercoledì ha organizzato una marcia a Saint Sulpice e dalla pagina di Facebook invita tutti a non smettere di cercare le sue figlie. ”Grazie a tutti quelli che si sono uniti alla marcia di ieri, sul posto, con il pensiero o in preghiera. Sono molto commossa da questa onda di amore. Continuiamo”.