Germania/ Dopo due anni di censura via a Rothenburg, il film ispirato al cannibale Armin Meiwes

Un quarantenne tecnico informatico mette un annuncio sul web cercando una vittima sacrificale ansiosa di farsi sminuzzare e sbranare. Un ingegnere risponde. Il rituale di cannibalismo metropolitano si consuma con la vittima che ingerisce sonniferi, viene evirata e mangiata. Non solo, tutta la carne che il cannibale non riesce a ingerire subito viene fatta dissanguare in una vasca da bagno, tagliata e congelata per essere consumata in seguito. L’antropofago, ovviamente, riprende il tutto con una videocamera.

Sembra un film, magari una versione teutonica di Hannibal Lecter, ma non è solo questo. È la storia realmente accaduta di Armin Meiwes, passato alla storia come il cannibale di Rotenburg. Fatto di cronaca trasformato in cinema dal regista Martin Weisz che si è ispirato alla vicenda in modo rigoroso cambiando solo il nome della località in Rothenburg.

Visto il film, uscito negli Stati Uniti già nel 2006, Meiwes aveva però protestato. E non solo lui: i conservatori tedeschi, infatti, erano inorriditi all’idea che un prodotto del genere si realizzasse grazie a cospicui finanziamenti pubblici.

Il tribunale, inizialmente, aveva dato ragione proprio al cannibale di Rotenburg bloccando la proiezione tedesca e sostenendo che il film ledeva non meglio precisati diritti personali dell’assassino.

Adesso, il ripensamento, grazie alla Corte Federale di giustizia tedesca secondo cui «il diritto alla libertà dell’arte prevale sui diritti personali di Meiwes». Così, con due anni di ritardo, anche il pubblico tedesco potrà gustarsi questa “appetitosa” pellicola.
Nel frattempo il cannibale, dopo un’incredibile condanna a otto anni in primo grado per “suicidio assistito” in appello è stato condannato all’ergastolo.

*Scuola superiore Giornalismo Luiss

Published by
Emiliano Condò