BERLINO – Sparavano ai prigionieri del campo di concentramento “rei” di essere usciti dalla fila. Impiccavano e torturavano gli oltre 170mila ebrei ungheresi deportati nel campo di concentramento di Auschwitz in Germania prima di ucciderli senza pietà. “Potevi essere morto entro un’ora. Questa cosa ti rendeva malato, ti portava alla follia”, hanno raccontato i testimoni durante la seconda udienza al processo contro l’ex guardia delle SS di Auschwitz Reinhold Hanning, accusato di complicità nello sterminio, che si è svolto in Germania il 12 febbraio.
I sopravvissuti all’inferno del campo di concentramento hanno raccontato le torture e le uccisioni che avvenivano del campo e tra questi c’è anche Justin Sonder, che oggi ha 90 anni, che ha raccontato:
“Ho visto come i prigionieri venivano sparati solo perché uscivano dalla fila”,
che ha poi descritto l’impiccagione di un ebreo 16enne di Salonicco, colpevole di aver rubato un tozzo di pane durante un allarme aereo: “Mamma è stata la sua ultima parola”.
Erna de Vries, 92 anni, riuscì a sfuggire alla camera a gas solo per un pelo ma soprattutto per un caso e durante l’udienza ha raccontato:
“Fui scelta da un soldato delle SS per un trasporto da fare nel campo di Ravensbrueck, poco prima che il mio gruppo, rinchiuso nel blocco della morte numero 25 venisse portato nelle camere a gas. Fosse arrivato 10 minuti dopo sarei entrata nella camera”.
L’imputato ha fatto scena muta esattamente come durante la prima udienza, ma è comunque apparso più attento a quel che i testimoni raccontavano. I suoi avvocati hanno annunciato delle dichiarazioni nel prosieguo del processo e non hanno escluso che lo stesso Hanning, a un certo punto, voglia prendere la parola.
Il giudice Anne Grudda gli si è quindi rivolta direttamente all’ex guardia delle SS e ha detto, quasi sfidandolo:
“Sarebbe bello se trovasse il coraggio di dire qui qualcosa”.
Due udienze sono in calendario anche per la prossima settimana, il 18 e 19 febbraio, con audizioni di altri testimoni, sopravvissuti ad Auschwitz e di un criminologo che ha collaborato alle indagini su Hanning.