BERLINO – Ha ammesso di non averlo nutrito consapevolmente per settimane, lasciandolo cosi' morire di fame, ''per evitargli ulteriori sofferenze''. Natalie B., una trentenne tedesca, ha riconosciuto oggi in tribunale le proprie gravi responsabilita' nella morte del figlio disabile di nove anni, Marcel. Nel primo giorno del processo che la vede imputata per omicidio doloso e abbandono di incapace, con una memoria scritta letta dall'avvocato la giovane donna, visibilmente sconvolta, si e' dichiarata responsabile della morte del figlio, affetto da una malattia genetica incurabile. ''Come madre ho fallito'', ha scritto.
Natalie B., al tempo dei fatti tossicodipendente, secondo la procura di Mannheim ha deciso all'inizio del 2010 di lasciar morire il figlio per mettere fine alle sue sofferenze. Da quel momento ha interrotto l'alimentazione che avveniva tramite un sondino. L'avvocato dell'imputata ha ricordato che il ragazzo aveva un'aspettativa di vita di 3 anni: Marcel era cieco e sordo dal 2009 e non era piu' in grado di muoversi ne' di mangiare. Una situazione che, ha spiegato il legale, ha sovraccaricato la madre, gia' alle prese con il difficile rapporto con il compagno disoccupato e alcolizzato e con il figlio maggiore. La donna e' in stato di carcerazione preventiva dal giugno del 2011. Il processo proseguira' il 20 febbraio.