Germania: suicidi sotto treni e metro

BERLINO, 07 SET – In Germania ogni giorno, in media, fino a tre persone si suicidano gettandosi sotto un treno o una metropolitana. L'ultimo caso risale a lunedi': non si tratta soltanto di un enorme problema sociale per il Paese, ma anche di una piaga per la Deutsche Bahn (Db) – le Ferrovie tedesche – i cui macchinisti, traumatizzati da queste esperienze, spesso sono costretti a lasciare anche il posto di lavoro.

Lunedi' sera, ad Amburgo, una donna si e' gettata contro un Intercity Express diretto ad Hannover. Nel corso della sua carriera, secondo i dati forniti all'ANSA dal sindacato di categoria, un macchinista e' testimone di tre suicidi di questo genere. In Germania, inoltre, questi casi raggiungono una media di 700 all'anno, un numero molto elevato se confrontato con quello degli Stati Uniti, dove al massimo se ne contano 500.

''Le conseguenze psicologiche alle quali questi macchinisti vanno incontro sono enormi – spiega all'Ansa il sociologo Frithjof Hager, docente presso la Freie Universitaet di Berlino -. Qui non siamo soltanto in presenza di uno shock post traumatico, bensi' di una gravissima esperienza per il soggetto che, dal momento dell'accaduto, puo' dirsi vittima di un danno psichico''.

Non a caso, di recente, la moglie di un macchinista che nel 2009 ha 'investito' un giovane suicida ha fatto causa alla famiglia della vittima – chiedendo un risarcimento di 15mila euro per danni psicologici – poiche' dal momento dell'incidente il marito soffre di disturbi del sonno, incubi ricorrenti e panico.

La Deutsche Bahn offre ai propri dipendenti un servizio di 'psicoeducazione' preventiva per illustrare i sintomi di disturbi post-traumatici, mette a loro disposizione un sostegno psicologico 'd'emergenza' e si serve di un centro creato appositamente a Malente – nel nord della Germania – per le vittime di schock post-trauma.

Tuttavia, questo non sembra bastare: dopo questi incidenti, molti macchinisti sono incapaci di riprendere l'attivita' e ricevono una copertura sociale obbligatoria a spese del sindacato e delle stesse Ferrovie.

''Il treno – spiega all'ANSA la dottoressa Isabella Heuser, direttrice del reparto di psichiatria e psicoterapia dell'ospedale Charite' di Berlino -, rappresenta un metodo di morte sicuro e, al tempo stesso, un atto 'duro' e 'pubblico'''. Attraverso questo tipo di morte violenta, prosegue Heuser, ''l'individuo decide di entrare nella sfera pubblica abbandonando l'intimita' delle mura domestiche dimostrandosi cosi' incurante di presentarsi sfigurato e irriconoscibile agli occhi della societa'''.

Ma cosa spinge le persone a scegliere questo tipo di suicidio? ''Gli individui che vanno incontro a questo tipo di morte vogliono inconsciamente creare un problema e dolore negli altri'', risponde Hager. Tale suicidio, per la sua brutalita', viene scelto soprattutto da persone di sesso maschile con un picco nella fascia di eta' compresa tra 40 e 45 anni, un periodo molto difficile a causa delle pressioni sociali alle quali sono soggetti in quella fase della vita.

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Alberto Francavilla