ROMA – Germanwings, Andreas Lubitz era psicotico, soffriva di “psicosi minacciosa“: è questa la diagnosi di uno dei medici che avevano in cura il co-pilota della compagnia aerea tedesca schiantatosi durante il volo Barcellona-Dusseldorf sulle Alpi francesi il 24 marzo del 2015.
La diagnosi è contenuta nei documenti dell’inchiesta sul disastro aereo. Secondo i rapporti medici e le e-mail scambiate dal pilota con uno psichiatra il 10 marzo 2015, due settimane prima della caduta dell’Airbus A320, Lubitz scrisse al suo medico che era esausto, che la notte dormiva “al massimo due ore, ma accadeva ormai raramente”.
A preoccuparlo e a togliergli il sonno erano i suoi problemi di vista. Nelle ultime settimane, spiega il quotidiano francese Le Parisien, un velo gli ostacolava la vista, mentre di notte vedeva degli aloni e dei puntini luminosi. Lubitz temeva di diventare cieco, cosa che lo avrebbe costretto a non volare più.
Per questo motivo si rivolse a diversi esperti: ben trenta tra gennaio e marzo 2015. Ma i medici non capivano la causa dei suoi sintomi, finché si sono resi conto che i problemi trovano origine nella sua testa.
Nel 2009 Lubitz era caduto in una grave depressione, dalla quale era uscito grazie alla psicoterapia. Almeno in apparenza. Perché cinque anni dopo durante un colloquio con uno psichiatra ha detto di sentirsi “a disagio e incompreso” e ha chiesto “con urgenza qualcosa che mi aiuti a dormire: se non avessi questa cosa agli occhi andrebbe tutto bene”.
Secondo i medici Lubitz soffriva di “psicosi minacciosa”, tanto che due diversi psichiatri gli prescrissero di restare a casa dal lavoro. E uno dei giorni in cui Lubitz avrebbe dovuto restare a casa era proprio il giorno dello schianto. Ma quei certificati Lubitz non li presentò mai ai suoi datori di lavoro: sono stati trovati dagli investigatori dopo lo schianto.