Gran Bretagna: Cameron è il nuovo premier, l’incarico dalla regina Elisabetta

Gordon Brown, Nick Clegg, David Cameron

David Cameron è il nuovo primo ministro britannico, il leader dei  conservatori ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo dalla regina Elisabetta. Nel pomeriggio si era dimesso Gordon Brown. Dopo l’annuncio, arrivato già nel pomeriggio, dunque, il leader dei Labour ha lasciato il numero 10 di Downing Street. Secondo il rituale, la Regina ha rivolto a Cameron la domanda formale: “Accetta lei di formare il nuovo governo?”, lui ha risposto “Sì” e a quel punto è diventato ufficialmente il nuovo primo ministro della Gran Bretagna.

Le dimissioni di Brown. Brown ha tenuto una conferenza stampa in serata per comunicare le sue dimissioni e ha affermato di aver suggerito alla regina di affidare il nuovo governo a David Cameron, leader dei Tory. Si avvicina sempre di più, quindi il momento della formazione del nuovo governo britannico. Un governo di coalizione tra Tories e Lib-dem.

“Auguro a chi prenderà il mio posto ogni successo – ha dichiarato il premier britannico in una dichiarazione davanti al numero 10 di Downing Street – Ho informato il segretario privato della Regina che è mia intenzione offrirle le mie dimissioni”.

“Ho fatto questo lavoro non per il privilegio o il prestigio che ne deriva – ha aggiunto – ma per la possibilità di servire le persone”.

Brown, nel suo ultimo discorso da premier, ha ringraziato il Paese, lo staff, “ma soprattutto mia moglie Sarah per il suo amore e per il servizio che ha reso al Paese”.

Brown è poi andato a prendere i due figli, John e Fraser, all’interno dell’ufficio di Downing Street e si è allontanato tenendo per mano la moglie i figli per andare a incontrare Elisabetta II, ultimo atto formale prima di chiudere il suo mandato.

La decisione di Brown è arrivata dopo lo stop definitivo alle trattative tra laburisti e liberal-democratici, che ha dato di fatto al leader dei conservatori inglesi, David Cameron, la possibilità di diventare primo ministro.

Un accordo tra Liberaldemocratici e conservatori è “molto vicino a essere concluso” ha detto a Sky News Vince Cable, cancelliere-ombra del partito di Nick Clegg. I negoziati tra il Labour e i Liberaldemocratici “non hanno raggiunto né raggiungeranno una conclusione positiva” aveva fatto sapere Downing Street. Subito dopo si erano diffuse voci, poi smentite, su imminenti dimissioni dell’attuale premier. Alla fine, però, il passo indietro di Brown è arrivato.

I parlamentari del partito liberaldemocratico si riuniranno in serata con i colleghi del Consiglio Federale per dare, con ogni probabilità, il loro parere sul possibile patto in vista tra LibDem e conservatori. I deputati Tory, dal canto loro, s’incontreranno invece alle 20.00. Stando al regolamento interno dei LibDem, almeno i tre quarti del gruppo dei deputati e almeno i tre quarti del Consiglio Federale devono dare parere favorevole al leader Nick Clegg perché qualunque patto di governo sia valido.

Parte il toto nomine per il leder dei Labour. Con il tramonto dell’epoca Gordon Brown, tra i ranghi del New Labour inizia l’inevitabile toto-leader per dare al partito un nuovo condottiero. Il favorito, nei circoli politici così come ai banchi degli allibratori, è David Miliband, 44enne ministro degli Esteri e protegé di Tony Blair. Che oggi, quando ancora la prospettiva di un accordo coi Liberaldemocratici pareva possibile e la parola d’ordine era ‘prudenza’, si è lasciato scappare come stanno veramente le cose: “Né io né gli altri candidati rilasceremo dichiarazioni in merito”.

Al di là delle versioni di comodo, dunque, ci sono diversi aspiranti. E la contesa pare tutt’altro che scontata. I probabili candidati alla carica di prossimo segretario del partito laburista sono infatti numerosi, con profili anche molto diversi fra loro. Oltre a David Miliband – dato da William Hill, uno dei più famosi bookmaker britannici, per favorito, vincente 4 a 7 – c’é Ed Balls, ministro all’Istruzione. Ex consigliere di Brown, può vantare il sostegno dei sindacati: cosa non da poco, visto che esprimono 1/3 dei voti necessari per eleggere il nuovo leader. Ed (dato dagli scommettitori 12 a 1) e David sono le due teste di serie.

Secondo il Guardian hanno già delineato “la strategia elettorale” e hanno pronte “due squadre” che aspettano solo il via libera. Miliband deve però dimostrare al partito di poter guadagnarsi il favore di tutti i britannici, non solo di quelle elite urbane che da sempre lo sostengono. E qui entra in gioco l’altro Ed, il Miliband minore (dato 11 a 1 dai bookmaker).

Anche lui, come Balls, è un uomo di Brown. Si é fatto le ossa al ministero dell’Ambiente e del Cambiamento Climatico, è molto bravo con i media e a 40 anni appena compiuti fa senz’altro parte di quella nuova generazione chiamata a risollevare le sorti del Labour. Alle spalle dell’agguerrito trio ci sono ad ogni modo altri candidati eccellenti.

Alan Johnson, ministro dell’Interno, potrebbe ad esempio assicurarsi il sostegno sia dei parlamentari che dei sindacati. Ma non sembra molto interessato a gettarsi nella mischia.

C’é poi Jon Cruddas, il campione del correntone di sinistra del partito: con lui potrebbe schierarsi Tony Blair. Gli allibratori, invece, non vedono male Alistair Darling, attuale Cancelliere dello Scacchiere: lo danno 8 a 1.

Quote invece più sfavorevoli per altri due big come Harriet Harmann, l’attuale vice del New Labour, o Lord Mandelson, ministro alle Attività Produttive ed eminenza grigia del partito, dati rispettivamente 14 a 1 e 16 a 1. I britannici, ad ogni modo, conosceranno presto chi sarà pronto a scendere davvero nell’arena. Il Comitato del partito sembra infatti aver espresso il desiderio di procedere alle operazioni di selezioni “il più presto possibile”.

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luiss_vcontursi