ATENE – In un clima di forte tensione – esacerbato da uno sciopero generale di 48 ore e violenti scontri di piazza nel centro di Atene con decine di feriti e arresti – è proseguito anche oggi il dibattito nel Parlamento greco sul programma a medio termine, varato dal governo di comune accordo con la ''troika'', per garantire alla Grecia, oltre alla quinta tranche del prestito concesso un anno fa, un nuovo prestito per il periodo 2011-2015, fino a quando cioè il Paese sarà in grado di uscire di nuovo sui mercati.
Nella prima seduta parlamentare svoltasi ieri sera, 27 giugno, il premier socialista Giorgio Papandreou e il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos hanno dedicato gran parte dei loro interventi ai parlamentari del loro partito (Pasok, al governo) nel timore che qualcuno di essi voti contro il programma, facendo appello al loro spirito di patria. ''Per tutti noi è l'ora della responsabilità – ha detto Papandreou. – So che il gruppo parlamentare del Pasok farà il suo dovere votando per il futuro del Paese e dei nostri figli''.
Nea Dimocratia, il principale partito d'opposizione di centro destra, da parte sua, insiste nel voler votare contro il programma, perché – sostiene – ''non si può votare a favore di una politica che sprofonda il Paese nella recessione''. E afferma, d'altra parte, che il governo ''ricatta con problemi che non esistono, perché la concessione della quinta tranche del prestito da parte dei creditori non dipende dall'approvazione o meno del Programma discusso in Parlamento''.
Il Partito Comunista di Grecia, da parte sua, ha abbandonato l'aula per ripresentarsi domani per la votazione, mentre Syriza (l'altro partito della sinistra), ha sostenuto che il programma è incostituzionale, provocando la dura reazione del ministro delle Finanze.
Anche l'esponente di Laos, il piccolo partito di destra, ha detto che il suo partito voterà contro e ha sostenuto che il governo dovrà chiedere l'approvazione del programma a 180 parlamentari, cioè ai due terzi del Parlamento, ''per poter andare a trattare in Europa con un consenso più ampio''.
Intanto anche oggi il Paese è stato nuovamente paralizzato da uno sciopero generale di 48 ore, il primo del genere nella storia della Grecia, indetto dai due maggiori sindacati, Adedy e Gsee – che raggruppano rispettivamente i dipendenti del settore pubblico e di quello privato – i quali respingono le rigide misure di austerità previste dal programma.
Alle manifestazioni svoltesi da stamani nella capitale e in altre città del Paese hanno partecipato decine di migliaia di cittadini.
Come da copione, anche gli scontri odierni sono cominciati quando diverse decine di giovani incappucciati e muniti anche di maschere antigas si sono infiltrati in mezzo alla pacifica folla degli ''indignati'' e hanno cominciato a provocare i poliziotti scagliando pietre e altri oggetti contro le forze dell'ordine che hanno reagito esplodendo candelotti lacrimogeni.
Nel corso degli scontri, secondo la polizia, sono rimaste ferite 27 persone tra cui 21 agenti. Tra i civili, uno è stato ferito a coltellate in un diverbio con un altro manifestante. In serata, quasi 20 persone erano state fermate e almeno cinque arrestate.
Per domani il movimento pacifico degli ''indignati'' – che ha invitato tutti i connazionali a partecipare a una manifestazione di ''risveglio panellenico'' – ha in programma di formare una catena umana intorno al Parlamento per impedire ai deputati di entrarvi e andare a votare.