ATENE, 19 LUG – Nel bel mezzo della grave crisi economica che sta attraversando la Grecia, la sua maggiore industria – il turismo – continua a subire duri colpi dagli scioperi e dal caos provocato nella capitale e nelle isole dove migliaia di stranieri con i bagagli in mano e sotto un sole cocente cercano disperatamente un mezzo qualsiasi per raggiungere un aeroporto e tornale in patria.
Ieri gli oltre 30 mila proprietari di taxi di tutta la Grecia hanno bloccato per molte ore l'accesso ad aeroporti, porti (fra cui il principale scalo marittimo del paese, quello del Pireo) e arterie stradali della capitale e di altre citta', mentre minacciano uno sciopero ad oltranza nel caso in cui il ministero delle Infrastrutture insista nella decisione di liberalizzare la professione. Dal ministero, intanto, hanno gia' risposto che la liberalizzazione andra' avanti come previsto.
Per oggi, secondo giorno dello sciopero di 48 ore, i proprietari di taxi hanno in programma un'assemblea generale per fare il punto della situazione. Sul posto dell'assemblea, come ha affermato al notiziario della Tv Alter il presidente del sindacato della categoria, Thimios Liberopoulos, tutti coloro che vogliono partecipare andranno senza le loro vetture. Oggi, ha detto fra l'altro Liberopoulos, ''non chiuderemo i porti ne' gli aeroporti'' e ha esortato il premier socialista Giorgio Papandreou ad intervenire per risolvere il problema. Alla fine dell'assemblea seguira' la solita marcia di protesta verso il Parlamento.
Intanto lo sciopero dei tassisti e i problemi causati a turisti e cittadini hanno fatto salire i toni del confronto fra governo e Nea Dimocratia, il principale partito dell'opposizione del Paese (di centro-destra). Il ministero delle Infrastrutture, in un comunicato, ha accusato il leader del partito, Antonis Samaras, di ''incoraggiare politicamente'' le mobilitazioni dei tassisti, aggiungendo che ''lo sciopero di 48 ore e' privo di qualsiasi ragionevole motivo''.