LONDRA, 14 SET – Imparate l'inglese o via i sussidi: il primo ministro David Cameron ha minacciato gli immigrati che tirano avanti grazie al welfare che il governo chiudera' i cordoni della borsa se non dimostreranno una buona conoscenza della lingua piu' parlata nel Regno Unito.
Il premier britannico ne ha fatto una questione di buon senso in una giornata particolarmente negativa sul fronte dell'occupazione: un esercito di giovani senza lavoro ha contribuito all'aumento piu' alto della disoccupazione degli ultimi due anni.
Tra i disoccupati, ha osservato Cameron, 70 mila circa sono penalizzati da una scarsa conoscenza dell'inglese: ''Dobbiamo liberarci dalla vecchia idea che puoi ricevere aiuti dallo Stato senza condizioni. C'e' qualcosa che potete fare per trovare lavoro, e essere capaci di parlare l'inglese e' tra queste'', ha detto il premier.
La riforma prevede che gli uffici di collocamento possano ordinare agli aspiranti lavoratori di seguire corsi di lingua se si scopre che non parlano o parlano male l'inglese.
Per Cameron, che fa la corte all'ala destra dei Tory con proposte che riconducano l'immigrazione ai livelli degli anni '80, e' un vecchio pallino preso a prestito dalla riforma dell'immigrazione lanciata qualche anno fa dall'amministrazione Bush. La scorsa primavera l'inquilino di 10 Downing Street aveva sostenuto che chi entra nel Regno Unito deve imparare l'inglese: se non lo fa, o se resiste a integrarsi, rischia di costituire un problema per la societa' britannica.
Se invece gli immigrati parlano inglese ''e' buono per loro ed e' buono per il contribuente perche' non sprechiamo piu' i fondi del welfare. E' buono anche per l'economia perche' vogliamo piu' gente al lavoro che renda l'economia piu' forte e produttiva'', ha detto il primo ministro.
E intanto, sul fronte dell'immigrazione, la prima Pari del Regno di origini asiatiche ha suggerito che molte famiglie di immigrati fanno troppi figli per far salire l'importo del contributo statale: ''Nessuno ne vuole parlare perche' e' politicamente scorretto'', ha detto la baronessa Flather, una avvocatessa originaria di Lahore, accusando le comunita' pachistane e bengalesi di non volersi adattare ai valori della societa' britannica.
