«Gridava, ma non mi potevano sentire»: questa la condanna di un belga di 46 anni, paralizzato in un letto di ospedale, mentre tutti pensavano fosse in coma profondo. Dopo 23 anni imprigionato nuove analisi hanno permesso di capire che l’uomo è sempre stato cosciente.
Rom Houben nel 1983 resta vittima di un incidente, secondo i medici entra in stato di coma profondo. Nel 2006 nuove analisi effettuate all’università belga di Liegi, dal dottor Steven Laureys, mostrano che Rom era in effetti pienamente cosciente di quello che accadeva intorno a lui, anche se paralizzato.
«Per tutto questo tempo, sognavo una vita migliore. La frustrazione è una parola troppo debole per descrivere quello che provavo. Non dimenticherò mai il giorno in cui hanno scoperto il mio problema. È stato come nascere una seconda volta. Voglio leggere, parlare con i miei amici via computer e approfittare della mia vita adesso che la gente sa che non sono morto».
Per il dottor Steven Laureys, il caso di Rom non è il solo caso: «Il 41% dei pazienti in stato di minima incoscienza viene diagnosticato erroneamente uno stato vegetativo», afferma nello studio da lui pubblicato di recente nella rivista BMC Neurology.
