«Il burqa offende i valori nazionali» pertanto deve essere «vietato in tutte le scuole, gli ospedali, i trasporti pubblici e negli uffici statali». Queste le tanto attese conclusioni della commissione di studio istituita dal Parlamento francese.
Secondo alcune anticipazioni della stampa francese, le conclusioni della commissione suggeriscono il varo di una norma che vieti il burqa e il niqab negli esercizi e servizi pubblici, ma che non estenda questo divieto a tutti gli spazi pubblici, data l’assenza di unanimità su questo aspetto.
In un rapporto di 200 pagine, dai toni prudenti, che concludono sei mesi di lavori, la commissione si studio presieduta dal deputato comunista André Gerin stabilisce 18 raccomandazioni di vario ordine. Sul piano strettamente normativo, la proposta faro consiste nell’adozione di una «disposizione che vieti di dissimulare il proprio viso nei servizi pubblici». Il rapporto raccomanda di «optare per uno strumento legislativo» che possa anche essere declinato «per via amministrativa».
Questo dispositivo potrebbe in particolare essere applicato nei trasporti pubblici e nei dintorni delle scuole. «La conseguenza della violazione di questa regola non sarebbe di natura penale ma consisterebbe in un rifiuto di corrispondere il servizio richiesto». La commissione di studio non arriva a suggerire un «divieto generale e assoluto del velo integrale negli spazi pubblici» perché «non esiste al riguardo unanimità».
Il rapporto sottolinea come una legge di questa fatta «sollevi comunque questioni giuridiche complesse», poiché comporta una «limitazione dell’esercizio di una libertà fondamentale, la liberta di opinione, nella totalità dello spazio pubblico»; di qui il rischio di una censura da parte del consiglio costituzionale o di una condanna da parte della corte europea dei diritti dell’uomo.