ANKARA – Dopo l'avvio del processo di privatizzazione delle reti di distribuzione dell'elettricita' del Paese, la Turchia sta ora per lanciare anche quello per la privatizzazione degli impianti di produzione elettrica.
Fatta eccezione per 22 dighe strategiche (tra cui quelle di Ataturk, Karakaya, Keban, Kralkizi, Dicle, Seyhan1, Seyhan 2 e Manavgat), che continueranno ad essere gestite dallo Stato, 41 impianti, incluse centrali termiche e idriche, saranno privatizzati dopo essere stati divisi in nove distinti pacchetti per un totale di circa 13.000 megawatt di potenza.
In base al programma del governo – come informa una nota dell'Ufficio Ice di Istanbul – saranno trasferiti al settore privato i due terzi della capacita' totale detenuta dalla EUAS (la Turkey's Electricity Generation Corporation), che al momento possiede impianti per una produzione di energia pari a circa 21.000 megawatt (il 41% del totale della capacita' di produzione elettrica turca, pari a oltre 50.000 megawatt).
Oltre alle strutture di diretta proprieta' della EUAS, nel programma sarebbero coinvolti anche alcuni impianti partner per altri 3.834 megawatt e centrali realizzate sulla base della modalita' BOT (build-operate-transfer) dalla capacita' di 2.439 megawatt che potrebbero a loro volta essere privatizzate dopo essere stati trasferite. Quando l'intero processo di privatizzazione sara' ultimato, lo Stato turco controllera' impianti idroelettrici per un totale di soli 7.818 megawatt.
