BERLINO – Il ministro federale tedesco per la famiglia Kristina Schröder, in occasione del Safer Internet Day 2012 del 7 febbraio, ha voluto richiamare l’attenzione sulle opportunità e sui rischi a cui sarebbero esposti bambini e ragazzi in contatto ogni giorno con i social networks ed ha perciò proposto che sia la scuola, a partire da quella primaria, ad insegnare come si usano in modo sicuro questi strumenti di contatto ormai tanto diffusi.
Secondo la Schröder infatti, l’istruzione internet è anche un compito della scuola e non soltanto dei genitori e della politica e non è da escludere che nell’orario delle lezioni possa comparire l’ora di facebook.
“Come l’educazione stradale, anche facebook e altri social networks devono far parte dell’istruzione scolastica, a partire dalla quinta classe”, ha detto il ministro tedesco al giornale tedesco Bild.
Secondo la Bild, in Germania bambini e ragazzi tra i nove ed i sedici anni utilizzano i social networks, che siano Facebook, Twitter, StudiVZ o altro per circa 88 minuti al giorno: caricano delle foto, commentano i messaggi degli amici o pubblicano video privati e la maggior parte di loro ha in comune il fatto che non pensa minimamente al cybermobbing o al furto di dati.
La necessità di intervento sembra essere confermata dai numeri. Mentre in tutta Europa la percentuale dei ragazzi tra i tredici ed sedici anni che ha già un proprio profilo in un social network è del 77%, nella sola Germania la percentuale è del 72% e con l’aumentare dell’età la frequenza di utilizzo aumenta: mentre il solo 3% dei bambini tedeschi tra i sei ed i sette anni naviga quotidianamente in internet, si sale al 64% se si tratta di ragazzi tra i quattordici ed i quindici anni.
Anche il direttore dell’Istituto Statale per i media della regione tedesca del Nord Reno-Westfalia, il Dr. Jürgen Brautmeier, concorda col ministro federale per la famiglia ed auspica l’introduzione di una “Patente per i media” .
” Già dalla scuola primaria i bambini dovrebbero sapere come muoversi responsabilmente nel mondo digitale. Una patente di questo genere darebbe competenza nell’uso dei media e consapevolezza di ciò che accade ai loro dati”, ha detto Brautmeier alla Bild.