Londra, la Royal Mail diventerà privata?

LONDRA, 26 MAR – Neanche Margaret Thatcher, che di privatizzazioni se ne intendeva, aveva osato tanto: ''Non sono pronta a privatizzare la testa della Regina''. Il governo di David Cameron sta valutando di liberarsi della Royal Mail, orgoglio britannico di eta' vittoriana ma che, come altri servizi postali in tutto il mondo, fatica a reggere il passo con la supremazia delle comunicazioni digitali sul traffico delle lettere.

L'operazione, di cui da' notizia oggi il Financial Times, potrebbe partire con una Ipo nel 2013 se le finanze della Royal Mail continueranno a migliorare. Le Poste britanniche, secondo analisti citati dal giornale, potrebbero valere tra i tre e i quattro miliardi di sterline: la privatizzazione piu' ambiziosa in Gran Bretagna da quando John Major negli anni Novanta mise in vendita le ferrovie. Il governo e' attirato da una emissione azionaria se il clima finanziario per le initial public offerings migliorera' di qui ad allora, scrive l'Ft citando persone vicine al processo di vendita, anche se vengono prese in considerazione anche la vendita a societa' o a un fondo di private equity.

''Non c'e' ragione per non pensare a una Ipo. Le Poste britanniche sono amate dal pubblico e questo aiuta'', ha detto una fonte del giornale. Ad agevolare il processo di privatizzazione e' stata anche la decisione della Commissione Europea la scorsa settimana di autorizzare l'assorbimento da parte del governo del deficit di 9,5 miliardi delle pensioni e la cancellazione di un miliardo sul debito complessivo di 1,7 miliardi di sterline. Per una coincidenza la Royal Mail, nata al tempo di Enrico Ottavo con la nomina nel 1512 di Brian Tuke come 'postal master', e' stata al centro delle conversazioni che hanno incastrato Peter Cruddas, fino a ieri tesoriere dei Tory. Giornalisti che si fingevano emissari di un fondo di private equity all'estero gli avevano detto di essere interessati all'acquisto dell'operatore postale e si erano sentiti rispondere che con un contributo di 250 mila sterline alle casse del partito avrebbero potuto far arrivare l'istanza a Downing Street.

In Gran Bretagna le privatizzazioni sono considerate il cavallo di battaglia dell'era Thatcher: quando nel novembre 1990 la Lady di Ferro lascio' Downing Street oltre 40 aziende statali con 600 mila dipendenti erano passate in mano privata. Le privatizzazioni erano proseguite con i successivi governi: i laburisti smobilitarono 50 miliardi di sterline di beni statali tra cui il colosso British Rail, spezzato in 30 societa' che poi erano state vendute separatamente nell'arco di tre anni.

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luiss_smorgana