LONDRA – Quattro anni di galera per aver “istigato” – su Facebook – alla guerriglia. E poco importa se all’appello, a quanto pare, non ha risposto nessuno. E’ il principio quel che conta. E’ quanto successo a due giovani britannici: Jordan Blackshaw, 21 anni, e Perry Sutcliffe-Keenan, 22. La sentenza, dice il legale di uno dei ragazzi, ha lasciato “sotto shock” il suo cliente e i suoi genitori. Tanto che ricorrerà in appello. Il premier David Cameron, dal canto suo, si è detto soddisfatto per il “duro messaggio” lanciato al Paese dai tribunali. “E’ compito dei tribunali comminare le sentenze”, ha dichiarato il primo ministro. “Ma hanno deciso di lanciare un duro messaggio ed è una cosa molto positiva che le corti si sentano in grado di farlo”.
Pieno sostegno da parte del governo, dunque. Il giudice Elgan Edwards, nell’emettere la sentenza, è stato d’altra parte chiarissimo: speriamo, si è augurato, possa fare da “deterrente”. Quindi ha elogiato l’operato della polizia. Il caso di Jordan e Perry ha però, ovviamente, fatto subito il giro del web. Blackshaw è stato infatti accusato dai pm di aver creato la pagina “Smash down in Northwich Town” con l’intenzione di offrire un punto di aggregazione per i riottosi. Traccia evidente, per l’accusa, delle sue reali intenzioni. Il suo legale, Chris Johnson, ha però sostenuto che tutto sia in realtà “nato per scherzo”. “Non si ha avuto notizia di gente che abbia raccolto l’invito”, ha sottolineato. “Northwich, per quanto ne sappiamo, è rimasta pacifica”. Il suo, ad ogni modo, non è l’unico esempio di ‘processo alle intenzioni’ in corso in Gran Bretagna. Un 17enne – l’identità non è stata diffusa vista la minore età – è stato condannato dal giudice Graham Higgins della corte di Bury St Edmunds a 120 ore di lavori socialmente utili, a un corso di riabilitazione giovanile della durata di un anno e a tre mesi di coprifuoco dalle 19.00 alle 06.00 per aver postato sul suo status di Facebook la frase “forza riottosi”. “Io credo dovremmo iniziare a rivoltarci”, recitava il messaggio completo.
“E’ arrivata l’ora di dire basta: le autorità ci prendono in giro e stanno rovinando il Paese. E’ giunto il momento di sollevarci. Quindi forza riottosi. LOL”. Il ragazzo, in aula, si è difeso sostenendo che intendeva solo “scherzare”. Ma sono scherzi che non hanno fatto per nulla ridere i magistrati, impegnati, a quanto pare, a tramutare in pratica la tolleranza zero invocata da Cameron. Quasi 1.300 persone sono state infatti già condannate dagli zelanti tribunali britannici. Ma non tutti sono per la risposta esemplare. Tom Brake, deputato LibDem, ha infatti dichiarato che le sentenze dovrebbero “riequilibrare la giustizia” e non avere carattere “punitivo”. Anche molti legali difensori si sono lamentati, prevedendo un’ondata di riduzioni di pena in sede di appello. In effetti la sentenza sembra procedere dalla lettura dei giornali e dell’attualità piuttosto che ispirarsi alla letteratura giuridica. Senza la gravità degli scontri nelle altre città che condanna avrebbero ricevuto i due giovani? E, soprattutto, sarebbero stati condannati?