MANCHESTER – Un allarme bomba, una partita rimandata, uno stadio evacuato in tutta fretta. Succede a Manchester e si risolve tutto in una bruttissima figura per gli inglesi. Il terrorismo nulla c’entrava: la bomba era finta, era là da 4 giorni ed era stata dimenticata da una società privata durante una precedente esercitazione anti terrorismo.
Gli artificieri hanno effettuato un’esplosione controllata del pacco sospetto trovato allo stadio Old Trafford di Manchester.
La polizia di Manchester, nel suo profilo Twitter, ha da subito parlato di un oggetto che “assomigliava enormemente a un ordigno esplosivo” ma che però “non poteva funzionare”. Alcuni media inglesi avevano parlato di un possibile ordigno: per Sky News il pacco sospetto era stato trovato nei bagni della tribuna intitolata a Sir Alex Ferguson e conteneva un telefono con un tubo attaccato. Per il Daily Mirror online, invece, gli artificieri avrebbero trovato sulle tribune dell’Old Trafford un pacco con un tubo metallico e un telefono cellulare collegato con dei cavi.
Ma dura solo poche ore l’incubo del terrorismo, o di una trappola tesa da un qualche misterioso criminale intenzionato a giocare la carta del panico, dietro l’allerta – rivelatasi alla fine una clamorosa gaffe – che oggi ha costretto a svuotare decine di migliaia di persone dalle tribune di uno dei templi del calcio britannico e mondiale, ad annullare la partita che vi si stava per disputare nell’ambito dell’ultima giornata di campionato della Premier League e a dare il via a un pomeriggio col fiato sospeso: concluso con un boato diverso da quello dell’esultanza del tifo, lo scoppio controllato di un oggetto sospetto, simile a un tubo collegato con un telefonino. Che però era stato dimenticato durante un’esercitazione di sicurezza.
L’indagine – dopo ore di controlli a tappeto condotti nello stadio dalla polizia, con l’intervento di cani addestrati a fiutare eventuali esplosivi e poi di unita’ di artificieri dell’esercito di Sua Maesta’ bardati da capo a piedi – si e’ sciolta quindi in un sospiro di sollievo. L’oggetto, hanno stabilito gli investigatori dopo averne esaminato i reperti, non era nient’altro che un ordigno fittizio: il residuo di una esercitazione di sicurezza condotta nell’impianto di recente, con la simulazione di possibili minacce, e poi dimenticato – con incredibile leggerezza – dall’azienda privata che lo aveva fornito per l’occasione. Una ‘dimenticanza’ tale da scatenare un putiferio, ma che non induce la Greater Manchester Police a concludere d’essere stata affrettata nell’evacuazione: perche’ secondo le parole del vicecomandante John O’Hare, la precauzione è stata dettata dalla “priorità di garantire la sicurezza di ciascuno dentro l’impianto e nell’area circostante”. Tanto più che – ha insistito un altro funzionario – l’oggetto, per quanto innocuo, era “incredibilmente simile a un ordigno” funzionante.
Tutto si e’ consumato all’improvviso, pochi minuti prima del fischio d’inizio di United-Bournemouth, match atteso a Manchester per le speranze europee di una stagione in tono minore. Gli spalti sono affollati, per quanto non gremitissimi. Ma prima che le squadre scendano in campo, ecco levarsi dagli altoparlanti l’invito perentorio a sfollare due settori della tribuna ‘sir Alex Ferguson’. Si tratta di “un’operazione di sicurezza in codice rosso”, conferma immediatamente via Twitter la societa’. L’evacuazione si mette in moto tutto sommato con calma, senza isterie, raccontano i testimoni. Gli addetti del club di casa collaborano con gli agenti. Qualche protesta si alza dal settore occupato dai sostenitori del Bournemouth, che intonano cori e sfotto’ fuori luogo verso i rivali. Ma anche loro vengono ricondotti alla ragione, mentre nel giro di pochi minuti la partita viene dichiarata dapprima sospesa, quindi annullata. Lo svuotamento dello stadio da parziale diventa totale: via tutti pure dalle tribune intitolate a Bobby Charlton. Fra i fan piu’ riottosi dei Red Devils c’e’ chi bercia all’indirizzo delle telecamere slogan come “Jihadi John we don’t give a fuck, we’re gonna win the FA Cup” (chi se ne fotte di Jihadi John, vinceremo la Coppa d’Inghilterra). Ma in sostanza il deflusso viene sbrigato con ordine.
Resta pero’ l’inquietudine, nelle stesse ore in cui un’altra emergenza e’ rimbalzata da Oslo, dove un volo di Ryanair diretto proprio a Manchester e’ stato evacuato dopo che due passeggeri, poi fermate dalla polizia norvegese, erano stati sentiti parlare (probabilmente nell’ambito di uno scherzo di dubbio gusto) di una bomba a bordo. Un’inquietudine ingigantita dall’eco di quell’esplosione, controllata dagli artificieri eppure sinistra all’interno d’un campo sportivo. A maggior ragione dopo il precedente di qualche mese fa dello Stade de France, nel giorno piu’ nero di Parigi; e all’indomani del monito dell’Europol sugli Europei di calcio in programma fra poche settimane proprio in Francia, indicati come bersaglio ideale del terrorismo. Un contesto che aveva suggerito ad alcuni analisti l’idea che qualcuno – un mitomane, o magari un simpatizzante dei jihadisti – potesse aver deliberatamente puntato ad alimentare il panico anche all’Old Trafford, sullo sfondo del permanente livello d’allerta “grave” in vigore nel Regno Unito come in altri Paesi per le minacce dell’Isis e dell’incessante ticchettio degli avvertimenti (o della psicosi) via web. Fino alla scoperta di una verità stavolta tanto banale, quanto imbarazzante.
Dopo una iniziale sospensione, la partita tra Manchester United e Bournemouth è stata annullata e rimandata a data da destinarsi. Lo stadio, inizialmente, era stato evacuato solo in parte, due settori della tribuna intitolata ad Alex Ferguson, poi è stato interamente sgomberato.