Tregua a Mariupol, cessate il fuoco su Azovstal dalle 14. La Russia ha annunciato l’intenzione di cessare le ostilità oggi per consentire l’evacuazione dei civili rimasti a centinaia con i combattenti ucraini nel complesso metallurgico assediato di Azovstal a Mariupol, nel sud-est dell’Ucraina.
Le cui autorità, tuttavia, restano profondamente scettiche sulle intenzioni di Mosca, non credono al corridoio umanitario, non si fidano
Tregua a Mariupol, cessate il fuoco su Azovstal dalle 14
Parliamo, evidentemente, della morsa stretta sull’acciaieria dove è confinata l’ultima sacca di resistenza della martoriata città: soldati del battaglione Azov e popolazione civile che non ha trovato altri luoghi dove nascondersi dalla furia dell’occupante.
Putin non poteva semplicemente bombardare l’impianto, di certo no poteva rischiare di comprometterne la capacità produttiva. Solo pochi giorni fa aveva ordinato cinicamente di mantenere un controllo ferreo, “non deve scappare una mosca” aveva sentenziato.
Le forze russe e i loro delegati ucraini filo-russi si impegnano a “cessare unilateralmente le ostilità alle 14 ora di Mosca, a ritirare le unità a distanza di sicurezza e garantire la partenza” dei civili “in una direzione scelta da loro”, ha affermato il ministero della Difesa russo in una nota.
Kiev: “Corridoio umanitario annunciato unilateralmente, non c’è”
“I corridoi umanitari si aprono in base agli accordi delle due parti. Il corridoio, annunciato unilateralmente, non fornisce sicurezza e quindi, di fatto, non è un corridoio umanitario. Quindi, dichiaro ufficialmente e pubblicamente: non ci sono accordi sui corridoi umanitari da Azovstal oggi, purtroppo”. Lo dice la vicepremier di Kiev, Iryna Vereschuk, su Telegram.
“Oggi, la parte russa – precisa la vicepremier di Kiev – ha annunciato ancora una volta l’esistenza di un corridoio per il ritiro dei civili da Azovstal ma si potrebbe credere” a un simile annuncio solo se “i russi non avessero interrotto i corridoi umanitari molte volte prima d’ora. So quello che sto dicendo – evidenzia – perché a nome del Presidente conduco personalmente tali negoziati e organizzo corridoi umanitari”.
“Cibo e acqua solo per un paio di giorni”
Cibo e acqua ancora solo per un paio di giorni. A lanciare l’allarme sono le donne che vivono nei bunker dell’acciaieria di Azovstal.
Le condizioni di vita peggiorano ogni giorno nei sotterranei dell’acciaieria assediata dai russi: “I bambini non riescono a dormire a causa dei bombardamenti continui”, racconta una mamma citata da Ukrainska Pravda.
I visi sono inevitabilmente tesi, provati dalla fatica e dalla paura. Dopo oltre 60 giorni di guerra manca tutto e ci si arrangia come si può. Al posto dei pannolini per i più piccoli si usano buste di plastica, al posto delle coperte vestiti sporchi.